Oggi è la festa della donna. E, come gli anni scorsi, vogliamo raccontarvi delle storie al “femminile” differenti. Questa volta lasciamo il compito alla Marvel (che noi adoriamo!) e cogliamo al balzo l’occasione dell’uscita della seconda stagione di Jessica Jones per parlarvi un po’ di questa eroina non convenzionale.

Jessica compare per la prima volta nella serie a lei dedicata alla fine del 2015, e ritorna nel 2017 con i Defenders, telefilm che unisce tutti i 4 protagonisti tv Marvel prodotti da Netflix. La sua stagione di esordio è stata a mio parere un successo, sia per la bravura della protagonista, Krysten Ritter, che per il cattivo antagonista, il meraviglioso David Tennant che interpreta il cattivissimo Kilgrave.

Jessica Jones si presenta come una donna dalla incredibile forza fisica, ma con un passato tormentato e una anima inquieta. Il tutto ambientato in una New York cupa dalle atmosfere fumose di un film poliziesco noir anni ’50.

Personalmente da un prodotto nerd a tema supereroi molto ci aspettavamo tranne che una storia che parla di violenza sulle donne. Vediamo Jessica alle prese con le ripercussioni della “relazione” con Killgrave, un uomo che ha abusato lei in passato. E visto che di supereroi stiamo parlando il tutto è condito da poteri straordinari: Jessica infatti riesce a sollevare una macchina da terra e buttare giù un muro con i pugni, ma per riuscire a controllare questa superforza Kilgrave utilizza un superpotere mentale che gli permette di piegare chiunque alla sua volontà. Una perfetta metafora di come una relazione abusiva funzioni. Non è violenza soltanto se si vedono i lividi.

Durante la storia vi è un crescendo di consapevolezza della protagonista, la quale realizza di essere stata una vittima. Sembra infatti che faccia fatica ad ammetterlo con se stessa e con gli altri rinchiudendosi nella sua scontrosità e nell’alcool. Ma più si sviluppa la storia e più si parla chiaramente di violenza e stupro, tematica rarissima per questa tipologia di sceneggiato. Il confronto tra i due è incredibilmente forte, sia per l’intensità degli eventi sia per i dialoghi, e non lascia dubbi.

K: Facevamo molto di più che sfiorarci la mano.
J: Sì, si chiama stupro.
K: Cosa? Quale parte del dormire in hotel a 5 stelle, mangiare nei migliori ristoranti e fare tutto ciò che volevi si chiama stupro?
J: La parte in cui non volevo!

Jessica è una sopravvissuta, e ritrova il pieno controllo della sua vita affrontando il suo aggressore. La storia non racconta la violenza di per se, come spesso accade, ma la rinascita di una vittima che esce dallo stereotipo di donna abusata e che si rimbocca le maniche per rimettere in sesto la sua vita, e per rimettere in sesto si può intendere anche avere una casa sgangherata, un lavoro pericoloso e mal pagato e fare del sesso con un semi sconosciuto!

Vedremo cosa ci aspetta dalla seconda stagione, ho grandi aspettative per questa eroina con la quale ho grande affinità, sopratutto per il suo outfit con l’immancabile chiodo che anche io adoro!

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