Se avete letto qualche manga, lo saprete. le Onsen sono l’ingrediente per eccellenza delle commedie romantiche e di quelle comiche. Le ho provate in Giappone e devo dire che nonostante la mia estrema riluttanza mi sono piaciute tantissimo!
Inizialmente non volevo proprio andarci. Cioè, chiunque abbia visto Ranma ½ sa che nelle Onsen si deve stare nudi. Nudi! Davanti a degli estranei. Quindi no, pensavo non fosse proprio cosa per me. Nel primo Ryokan (locanda tradizionale) in cui siamo stati, però, la signora è stata assolutamente inflessibile… mentre lo staff allestiva il tavolo (le foto le avete viste sul nostro Instagram, ma vi interessa un piccolo articolo sui Ryokan? Scrivetelo nei commenti!) noi dovevamo assolutamente andare a rilassarci. Così mi sono armata di coraggio e sono andata a vedere.
Innanzi tutto dovete immaginarvi un bagno di lusso, assolutamente chic e pieno di comfort, con un grande utilizzo di legno e pietra, per un effetto naturale ma elegante. In tutte le Onsen in cui sono stata lo spogliatoio era dotato di grandi ceste da riporre su uno scaffale e in cui mettere il proprio yukata (kimono estivo di cotone che vi viene fornito da loro assieme all’obi, cioè la cintura), poi grandi specchiere e sgabelli, Phon, asciugamani di varie misure e moltissimi accessori: spazzole per capelli usa e getta, cotton fioc, elastici per capelli monouso… e al posto degli striminziti campioncini che spesso si trovano negli hotel, interi boccioni di crema viso, crema corpo, shampoo e balsamo, tutto il necessario per una routine di bellezza completa! Insomma assolutamente lussuoso e confortevole.
La procedura:
Grazie al cielo, nel primo Onsen che ho visitato c’erano le istruzioni!
Prima notizia: siccome si è nudi, sono separate maschi e femmine. Il che mitiga un po’ l’imbarazzo, ma limita il piacere se siete una coppia etero, ma ci sono soluzioni anche per questo!
Prima di tutto, come anche il buonsenso raccomanderebbe, ci si spoglia e ci si lava. I Giapponesi amano lavarsi seduti, quindi c’erano delle comode postazioni doccia con tutto il necessario per la detersione, e una dotazione di sgabellino di legno (circa le dimensioni di un nostro poggiapiedi) e catini di legno. Una volta lavati, si acchiappa un asciugamano piccolo (che resta personale, da riporre una volta usato) e che si può usare per coprirsi se si è particolarmente timidi, ma vi assicuro che nessuno si guarda in giro. I Giapponesi sono molto rispettosi le terme per loro sono quasi un rituale… Nessuno verrà a controllare se non fate la ceretta da un po’! Una volta entrati in acqua, per non abbandonare l’asciugamano in giro si può piegare e tenere in testa. L’acqua a volte è davvero calda, altre meno. In alcuni casi con piccole vasche private era possibile aggiungere un po’ di acqua fredda, ma di solito ci si immerge come la si trova. Non si può correre, urlare, ecc. molto rilassante.
Noi ne abbiamo visitati tre. Nel primo, a Takayama, che aveva una grossa vasca interna e due splendide vasche esterne, sono riuscita ad addormentarmi, tanto mi sono rilassata. Precisamente in una grossa ciotola di pietra nel giardino esterno, con i rumori della natura fuori, lo sciabordio dell’acqua che scorreva e una sensazione di meraviglioso relax. Il secondo aveva l’Onsen all’ultimo piano e una splendida vista sul mare. Il terzo, l’hanafubuki nella penisola di Izu, aveva tante vasche in casette separate, era possibile chiudersi dentro la stanza e quindi occupare la vasca in coppia, in famiglia, in gruppo di amici, ecc. molto comodo se siete in coppia o se avete tatuaggi importanti!
Insomma sono state un’esperienza fantastica, che mi sento di consigliare a chiunque visiti il Giappone! Anche se siete timidissimi non avete scuse, ci sono quelle private!
Se vuoi leggere tutta la serie sul Giappone, ecco gli articoli:
- Giappone, 8 cose da sapere
- Cibi da manga che ho assaggiato in Giappone
- Cose a cui non mi sono abituata in Giappone!
- Cose che NON troverete in Giappone!
- Lo stile delle ragazze Giapponesi
- Le Onsen Giapponesi
- Cose carine e utili che troverete in Giappone
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Scrittrice famosa (per ora solo nella sua testa…)
Ama: scrivere, salire a piedi nudi sul tatami, i vecchi videogiochi, il cioccolato e quando il d20 rotola finalmente sul venti.
Odia: il suo lavoro, le giornate con meno di nove ore di sonno, sentirsi ripetere le cose due volte e pesarsi.