risparmiare

Risparmiare non è facile. E nella mia esperienza non è facile soprattutto perché non si sa esattamente che cosa sia, il risparmio. Ho perso il conto di tutti gli articoli letti su questo tema che non hanno portato assolutamente a nulla, se non a farmi venire mal di stomaco per la loro inutilità. Insomma, è un po’ difficile imparare a fare qualcosa se non sai esattamente cosa sia, no?

Che cosa trovo inutile quando si parla di dare consigli in tema di risparmio?

  • ricopiare in maniera acritica strategie sponsorizzate dai guru finanziari americani, senza rendersi conto che il contesto italiano ed europeo è molto diverso.
  • non considerare l’estrema variabilità delle vite personali di ciascuno, dando consigli universalmente validi (o meglio ritenuti tali) come se fossero dogmi.
  • concentrarsi su tutta una serie di comportamenti che hanno poco a che fare con il risparmio e forse sono più attinenti all’ecologia (approfondirò questo punto più avanti)
  • consigliare pratiche pericolose o illegali (non sto parlando di scaricare film con torrent, ma di risparmiare sulla sicurezza o sulla propria salute!)
risparmiare errori comuni

Tre categorie di risparmio da considerare

Che cosa è, invece, il risparmio? A livello puramente matematico, lo potremmo definire come la differenza tra le tue entrate e le tue uscite. Questa definizione mi ha aiutata a sviluppare tre categorie di risparmio, basate sullo scopo del risparmio stesso:

  1. il risparmio che accantoni per un fondo emergenza o per una situazione indefinita: di solito viene consigliato di tenere da parte dai 3 ai 12 mesi di denaro necessario per sostenere le spese vive e non differibili della propria esistenza, come casa, bollette, cibo. A questo io consiglio di aggiungere l’ammortamento degli elettrodomestici principali o almeno una parte di esso (insomma, non si romperà tutto in una volta no?) come avevo già affrontato in questo post. Questo fondo emergenza deve essere facilmente accessibile, quindi il consiglio più facile è quello di metterlo in un conto deposito a zero spese con facilità di svincolo. In questa categoria io inserirei anche i soldi che accantoni per un’evenienza che non sai quando avverrà nel futuro remoto (i soldi per il matrimonio di tuo figlio? pagare l’università a tua figlia?), ma in questo caso propenderei per la seconda categoria qui sotto, cioè…
  2. l’investimento: qui si parla di investimenti veri e propri (che no, non vuol dire fare trading gridando vendi tuttooo! come Leonardo Di Caprio in The wolf of wall street), cioè l’acquisto di prodotti finanziari o di beni e servizi in ottica di ritorno dei soldi investiti. Sara ha spiegato molto bene tutto quello che non è investimento e cosa invece lo è in questo post. Acquistare casa per andarci a vivere o comprare dei prodotti con cui svolgere più velocemente il tuo lavoro non sono esempi di investimento, acquistare casa per affittarla o comprare delle azioni di una società invece lo sono. Gli investimenti possono avere diversi livelli di rischio e il guadagno non è mai assicurato, ma in un’ottica di lungo tempo investire i propri soldi risparmiati è una delle strategie migliori per combattere l’inflazione. Certo, potresti anche semplicemente lasciare i tuoi soldi sul conto corrente o sul conto deposito, ma mano a mano perderebbero di valore. Non mi addentro in spiegazioni più complicate di così purché non sono del campo, ma ti lascio qualche link dove poter informarti meglio: questo canale youtube dove solitamente intervengono economist* e/o professor* di economia per la parte più teorica e questo canale reddit per i consigli pratici.
  3. il risparmio destinato ad un’attività specifica: che sia un viaggio, un prodotto costoso, l’acquisto di una casa o la sua ristrutturazione, il matrimonio… sono tutti risparmi finalizzati a progetti ben specifici, definiti nel tempo.

Riassumendo: una differenza tra entrate e uscite ci deve essere, altrimenti non possiamo parlare di risparmiare. Come creare questa differenza di solito è l’argomento principale dei vari articoli che consigliano “come” risparmiare, ma che a mio avviso hanno un grande difetto: non ti insegnano a creare una strategia che duri nel tempo.

risparmiare strategia

Differenza tra risparmio e budget

Insomma, comprare i biscotti al discount per potersi permettere un’uscita in più al mese per me non è risparmio: stai semplicemente allocando in maniera diversa le tue risorse, ma alla fine del mese la quantità di denaro che ti rimane è la stessa. Puoi dire di aver veramente risparmiato?

Non voglio dire che questi consigli non siano utili in assoluto, anzi. A me sono stati molto utili, soprattutto quando a 19 anni sono andata a vivere da sola come fuorisede. Credo che una parte del qui pro quo stia proprio nell’eterogeneità di significati che la parola risparmio ha in italiano: certo, risparmio può voler dire semplicemente spendere meno (compro i biscotti del discount invece che quelli di marca), ma se inserito in una strategia di finanza personale risparmio a mio avviso deve significare mettere da parte dei soldi con uno scopo in mente.

E come lo chiamo allora quel far quadrare i conti di mese in mese? Si chiama budget, o bilancio. Come un bilancio aziendale, anche un bilancio personale deve rispettare i vincoli di spesa (per esempio, a meno che tu chieda un prestito, non puoi spendere di più di quello che guadagni).

L’avrai già capito: il risparmio, inteso come accantonamento, è una delle voci del bilancio personale. È una voce opzionale, inoltre: tu potresti anche limitarti a chiudere in pareggio ogni mese, con le entrate uguali alle uscite.

risparmiare finanza personale

Una strategia di finanzia personale sostenibile

Ora che ho sufficientemente spaccato il capello in quattro sulle definizioni, vorrei provare a darti qualche consiglio su come inserire il risparmio in una strategia di finanza personale sostenibile nel tempo.

  • lo step numero 1, se vuoi risparmiare, è iniziare a lavorare sul tuo budget personale in modo da portare all’attivo quella differenza tra entrate e uscite. Questo può voler dire diverse cose: guadagnare di più, spendere di meno, riallocare le tue spese in maniera più consona con le tue priorità e i tuoi valori, saldare i debiti se ne hai. In questo caso sono utili tutti quei consigli su cui mi sono scagliata poco prima (ehi, non sono bipolare, ha tutto senso!), ma ti suggerisco attenzione su due discorsi molto in voga:
  • la divisione 50/30/20 tanto propagandata in giro (e che anche io ho ripreso in questo post) è molto poco realistica se confrontata ad una realtà italiana e personale in cui magari il tuo reddito è basso, e infatti deriva dalla finanza americana dove in quel 20% di risparmio sono compresi anche alcuni versamenti previdenziali. In generale, mirare ad un risparmio del 20% sul proprio reddito mi pare un ottimo obiettivo, solo tieni in mente che se hai un reddito medio-basso potrebbe essere molto difficile da raggiungere e probabilmente la quota destinata alle spese essenziali sarà più alta del 50%.
  • essere frugali od ecologici non comporta necessariamente un risparmio. Mi riferisco a quei consigli tipo “fatti la marmellata in casa, così risparmi!”: è davvero molto difficile che una singola persona possa battere il costo di un’economia di scala, senza considerare il fattore tempo. Insomma, tanti consigli di questo tipo per me sono più affini all’ottica frugale (che a me piace tantissimo, tra l’altro) o a comportamenti ecologici e portano un vantaggio quasi nullo, se non negativo, sul versante economico. Sempre per lo stesso motivo io personalmente sconsiglio di fissarsi su tante piccole spese, nell’ordine dei centesimi di euro o poco più: infatti se riesci a tagliare anche solo del 10% una voce di spesa importante (per esempio affitto, pasti fuori, bollette), spenderai molto meno che tagliando del 50% una spesa piccola (il costo dei rotoloni, per esempio) e avrai più tempo e più serenità mentale, senza ossessionarti su ogni piccola spesa. Per questo è importante tracciare tutte le spese e iniziare ad agire partendo da quelle più importanti e grosse e via via a scalare.
  • Ora che una differenza tra entrate e uscite a fine mese c’è, puoi decidere come gestire i soldi che hai risparmiato. Lo step numero 2 secondo me prevede costruire quel cuscinetto di emergenza che ti salva il deretano in tante situazioni della vita e di cui abbiamo già parlato al punto [1] del post. Magari puoi iniziare dall’accantonare le spese vive per tre mesi e poi mano a mano aumentare, includendo anche, come abbiamo visto, il costo di sostituzione di elettrodomestici e affini.
  • Lo step numero 3, a questo punto, secondo me consiste nel creare una strategia sostenibile per risparmiare dove quello che metti da parte tutti i mesi (100 euro? 200? 500? dipende da tanti fattori, come ho detto prima) lo dividi tra il fondo numero [2] e i fondi specifici numero [3]. Per il fondo numero 2 potresti decidere di aspettare di accantonare una certa somma prima di iniziare ad investire, ma in realtà esistono piani di accumulo che permettono di investire anche solo da 50 euro al mese. Io personalmente preferisco suggerirti di investire E risparmiare per alcuni eventi (banalmente, le vacanze) contemporaneamente, per evitare di cadere nel ragionamento per cui “aspetta, ora metto da parte i soldi per le ferie. Poi quelli per il matrimonio di mio cuggino. Poi quelli per la macchina nuova…” e finisci che non inizi più ad investire.
  • La conclusione di tutto è che se ti trovi a togliere del denaro da uno di questi fondi, cerchi di rimettercelo il prima possibile. In questo modo le spese di emergenza, ma anche i vari sfizi/divertimenti, non arrivano più come un fulmine a ciel sereno ma sono già stati accantonati.

Cosa ne pensi della mia strategia per risparmiare? Ti sembra sostenibile e chiara?

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