propositi 2023

Il 2023 è iniziato in una nuvola di buoni propositi e cenoni natalizi solo parzialmente digeriti; poi è arrivato gennaio (che, come tutti sanno, comincia solo dopo l’Epifania; dicembre è l’unico mese dell’anno a durare trentasette giorni), e su di me si è abbattuta la realizzazione di essermi possibilmente pianificata sul fondo di una fossa sterminata di progetti.

Il piano pre-sette gennaio era semplice. 
Con una mezza idea di proseguire il tema delle cinque cose, ogni mese avrei: 

  1. visitato un posto nuovo
  2. letto uno dei libri nella mia pila “da leggere”
  3. visto un film non ancora visto
  4. praticato un’attività diversa dal solito
  5. completato almeno un progetto creativo

Com’è andata? Forse è un po’ presto per dirlo. Scrivo mentre novembre non è ancora finito, ed ho ancora un mese di 2023 davanti a me; ma Skincare & Psicofarmaci chiuderà a breve i battenti per l’usuale pausa natalizia, e mi sembrava appropriato concludere un anno sul blog con questo articolo.

Un paio di considerazioni pratiche.
Avere il tempo (e le possibilità economiche) di seguire tutti questi progetti è un lusso; ed uno che non sempre è possibile permettersi. Mentre è bellissimo sognare in grande, è altrettanto importante considerare quali sono i limiti che vogliamo porci: non c’è nulla di sbagliato, perciò, nel valutare attentamente su cosa vogliamo investire le nostre energie nell’anno nuovo.
In aggiunta a questo, ci saranno volte nelle quali tutto l’impegno di questo mondo non sarà comunque sufficiente a permetterci di raggiungere i nostri obiettivi. Bisogna accettare che, mentre noi facciamo i nostri piani, la vita si fa i suoi.

Detto ciò, il mio personalissimo consiglio al momento di darvi degli obiettivi pratici per il 2024 è: create una lista.
Una lista è come un diario di viaggio: non solo per registrare dove volete andare, ma per tenere traccia delle tappe che avete raggiunto lungo il percorso. Ricordatevi di darvi una bella pacca sulle spalle ad ogni conquista: una vittoria è una vittoria, ed ogni scusa è buona per celebrare.

1. Visitato un posto nuovo

La grigia Albione ci si è messa d’impegno per ostacolarmi: il 2023 si è aperto in un profluvio di piogge battenti e ventose, per darci la gioia di cominciare ogni passeggiata sotto una grandinata a scroscio e concluderla scrostando il fango dagli impermeabili.

Ma, anche grazie ad un paio dei gruppi ai quali mi sono unita su Meetup, sono riuscita con qualche scossone a farmi strada tra i mesi più umidi dell’anno. L’estate mi ha portato alcune delle gite che avevo tenuto per anni sulla mia lista dei desideri: le Cotswolds, Edimburgo, e, in una bellissima giornata di sole, Newbury ed il percorso della Collina dei Conigli.

Questo è decisamente un obiettivo che spero di riuscire a mantenere l’anno prossimo: si tratta dopotutto di lavorare su una gita al mese – un sabato o una domenica dedicati ad una piccola esplorazione.
Per chi trascorre la maggior parte del tempo in città, ne vale certamente la pena.

  • Risultato: accettabile – tre pacche e mezza sulla spalla.

2. Letto uno dei libri nella mia pila “da leggere”

Ho lasciato a Roma una discreta libreria che, per anni, mi è mancata terribilmente. La mia situazione abitativa a Londra non ha molto di permanente, e detesto trascinarmi dietro scatole di libri ad ogni trasloco.
Ma il mio ultimo cambio casa mi ha portata in un’abitazione che mi lascia l’impressione di avere un poco più di stabilità (e di spazio). Ho una libreria, adesso. In effetti, due librerie e mezzo. Cominciano ad essere piene, ma questo sarà un problema per futura-Marta.

Leggere un libro nuovo al mese è stato un’obiettivo raggiunto senza colpo ferire; al punto tale che sono passata quasi subito da un libro al mese ad un libro alla settimana. Adesso, dopo il caos assoluto che il mio novembre è stato, sono un poco in ritardo sulla tabella di marcia – ma confido ancora in dicembre per recuperare.

Mi sono piaciuti tutti i libri che ho letto? Non precisamente (Io sono leggenda, coff coff, perché mi sono fatta questo); ma tra quelli che mi sono piaciuti, alcuni mi sono piaciuti davvero.
Menzione speciale va a In alto nel buio (How high we go in the dark), di Sequoia Nagamatsu; che vince il premio grazie per avermi spezzato il cuore ed averne reincollato le schegge con una salamoia di vinavil e lacrime.

Sto usando The Storygraph per tenere traccia delle mie letture: è eccellente per conservare una serie di liste – libri “da leggere” e libri “in lettura” e libri “che possiedo”, ed arriva con tutta una serie di graziosi grafici colorati che generano in me grande gioia, perché basta poco a farmi felice.

  • Risultato: Probabilmente un successo? Di sicuro una pacca sulla spalla.

3. visto un film non ancora visto

Ironicamente, invece, questa è stata una sfida. 

Ho una lista pressochè infinita di film, serie televisive ed anime vari che davvero vorrei vedere, se solo riuscissi a trovare il tempo e le energie mentali. Le sere nelle quali mi siedo davanti a Netflix sono spesso anche le sere nelle quali sono troppo stanca per pensare a qualcosa di nuovo: è più probabile che finisca per riguardare un film già visto, qualcosa di familiare e consolidato che so per certo mi darà conforto.

Ho fatto uno sforzo. Ho persistito. 
Non posso dire che ne sia sempre valsa la pena. Gli spiriti dell’isola mi ha traumatizzata oltre ogni piacere. Matrix Resurrections arriva con il gusto dolceamaro della nostalgia insoddisfatta, e della consapevolezza che nulla mi avrebbe veramente appagata, e che avrei ben più volentieri lasciato Trinity e Neo nel 2003.
Ma Suzume è stato una rivelazione inaspettata, al punto tale che sono andata immediatamente a guardare Weathering with you e Your name dello stesso autore; insieme costituiscono quella che ho sentito definire come la trilogia del disastro – certamente un nome appropriato – e che consiglio più o meno indiscriminatamente.
Così come mi è piaciuto The menu; non ero certa di cosa aspettarmi, ma è stato certo peculiarmente godibile. Forse, tuttavia, lo consiglierei meno universalmente: da evitare per chi non è un gran fan del black humor.

Sono un po’ in ritardo sulla mia tabella di marcia: ma ho Sir Gawain e il Cavaliere Verde, Ad Astra e Non così vicino sulla mia lista di dicembre, e non perdo le speranze.

  • Risultato: Stiamo ancora dandoci da fare. Mezza pacca.

4. praticato un’attività diversa dal solito

D’accordo, questa era un po’ la mia carta jolly. Un’attività diversa può voler dire tutto e niente: un concerto, uno spettacolo teatrale, una giornata in un parco divertimenti mai provato prima…? Andare al cinema conta? Al museo?

E con tutto questo, ci sono stati mesi dove ho fatto fatica a trovare qualcosa. Qualunque cosa.

Se posso trarre una lezione da questo, è probabilmente che non faccio abbastanza cose che escano dalla mia zona di comfort; sono un animale abitudinario, e tutto quel che è fuori dalla mia routine viene approcciato con un certo sospetto.

Così, quest’anno ho provato a buttarmi su tutto. Conferenza d’astronomia sugli esopianeti del Sistema Solare alle sei del pomeriggio, dopo otto ore di lavoro d’ufficio, e la seguiamo in remoto? Sicuro! Passeggiata in notturna per ammirare le bioluminescenze della foresta inglese! Ma certo! Non desideravo altro che passare due ore al buio e al freddo ad accarezzare lumache (è una lunga storia). Concerto punk al pub? D’accordo, quello è stato assolutamente glorioso, nessuna possibile lamentela (The Real McKenzies sono un’esperienza da farsi).

Sarò franca: mi è piaciuto tutto, e sto perseverando. Ho una mostra fotografica d’astronomia in progetto per questa domenica; sono andata solo un paio di settimane fa a seguire una conferenza sulla letteratura fantastica, e sto cercando di procurarmi due biglietti e un po’ di compagnia per il musical The Mongol Khan (che, a giudicare dal trailer, sarà o favoloso o terribile, nessuna via di mezzo) entro metà dicembre.

Direi che questa parte dell’esperimento è stata un grande successo. Raccomandato!

  • Risultato: Cinque pacche su cinque. Torneremo di sicuro a buttarci nel 2024.

5. completato almeno un progetto creativo

E chiudiamo su una nota dolente: qui è dove pratico il seppuku del fallimento.

Ho fatto più di quanto abbia fatto lo scorso anno? Sicuro (non che ci volesse molto).
Ho fatto almeno qualcosa di nuovo? Anche questo, sicuro. Ho aperto l’anno costruendo la cabina di una nave in miniatura (regalo di Natale di mia sorella), per proseguire orgogliosamente con la creazione di ben due terrari per la mia camera, scivolare aggraziatamente nella produzione di un piccolo arazzo per un’amica e, più o meno, sbattere di faccia nel mio piano fallito di darmi all’acquerello a cavallo tra giugno e luglio; ho ceduto sul cucito; ho saltellato sulla cartapesta, sulle mappe, sulla fotografia.

Ma, sono tornata a cucinare torte: e le ultime due che ho provato (una torta di riso bolognese ed una torta alle arance e mandorle) sono venute favolosamente. Conta come attività creativa? Io la sto contando. Conto tutto!

  • Risultato: Avrebbe potuto andare meglio, ma, abbiamo le torte per consolarci. Una pacchetta solo per quelle.

Voto finale dell’esperimento: Brava ma non si applica Abbiamo fatto del nostro meglio!

No, seriamente. Ho intenzione di festeggiare l’impegno; ho provato, ed è tutto quel che conta: ed ho fiducia nell’anno nuovo, che certamente sarà tutto in salita (in senso buono).

Leggerei con piacere dei progetti che avete concluso nel 2023 (e dei nuovissimi progetti per il 2024); quello che vorreste fare, quello che pensate di fare, e quello che farete: spero ne condividerete qualcuno con noi – qui sul blog e sulla nostra pagina Instagram.

Ci si legge l’anno prossimo!

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