Ci siamo, vi siete stufate di far crollare la pila di libri/riviste che avete accanto al letto, di dover entrare nell’armadio con il machete neanche fosse la jungla del borneo e di uscire perennemente senza orecchini perché non li trovate mai appaiati quando vi servono… Piene di buona volontà avete preso questa sfida come una missione che neanche gli integralisti religiosi più integerrimi.... Ora che avete svuotato, buttato, messo via, regalato… Potrebbero presentarsi due scenari; nel primo, soddisfatte della vostra nuova vita zen non tornereste mai più indietro. Come novelle Marie Kondo vi aggirate per casa eliminando in un battibaleno ciò che è superfluo. Se è così, benissimo, ottimo! Nel secondo, invece, potreste aver accumulato un po’ di stress oppure sentirvi spaesate, private di qualcosa. Se siete sempre state abituate a vivere in case piene, a rovistare nei cassetti, a tenere perché “non si sa mai”… Tutto questo spazio potrebbe sembrarvi vuoto. Prima di fiondarvi nello shopping riparatore, vi do un consiglio:

Vivetevi l’assenza

Detto così può fare un po’ di paura ma la verità è che solo rimanendo con (relativamente) pochi oggetti capirete cosa è davvero essenziale per voi. Per voi e non per le persone (o peggio, le aziende) che sono intorno a voi e si aspettano o vogliano che voi abbiate.

Imparate a fare senza e focalizzerete le vostre necessità. In un impeto di furia avete cestinato tutte le vostre t-shirt del liceo? Prima di correre a comprarne almeno due o tre, aspettate. Potreste scoprire che ormai siete cresciute, che andate in università o in ufficio e mettete solo bluse e camicette. Oppure no. Più lascerete passare del tempo e più vi accorgerete che vi servono, che non potete stare senza. Ottimo, avrete l’occasione di comprarvi qualcosa che davvero vi piace e vi rappresenta adesso e non è un ricordo sdrucito di quando eravate adolescenti. Sperimentate l’estasiante sensazione di viaggiare leggere e capirete che l’indispensabile, quello vero, è pochissimo. Capirete che nessuno può darvi delle risposte preconfezionate su ciò che vi serve. Vivendo il vuoto avrete l’occasione di costruirvi pezzo per pezzo l’esistenza con quello che vi serve. Che siano abiti, accessori o libri. Persino elettrodomestici o app del cellulare! Non si tratta di convertirvi al minimalismo* (a meno che non lo vogliate) ma di non lasciarvi spaventare dalle sfide. Di non colmare i vuoti (affettivi/di realizzazione personale/mancanza di tempo libero/ecc) semplicemente con delle “cose” che il più delle volte finirete con il non utilizzare.

È un invito alla riflessione. Meno oggetti avrete, e se saranno quelli giusti, più la vostra vita sarà semplice. Meno cose da riordinare e più facilità nel farlo. Più spazio per disporle e riporle, con conseguente semplicità nel ritrovarle quando vi servono.

*Se invece una vita minimal è quello che state cercando, esiste un blog fantastico: minimo – storia di una minimalista alle prime armi. Qui troverete spunti , idee e anche perché no, i problemi e le riflessioni di chi c’è passato prima di voi. Perchè secondo me il minimalismo passa attraverso una profonda riflessione e, soprattutto, non è per tutti uguale. Per qualcuno vuol dire svuotare casa, per altri passare ad uno stile di vita più slow, lavorando part time, per altri ancora significa spendere meno in assoluto, o magari spendere di più, ma per avere oggetti più durevoli! Gli spunti sono moltissimi e più avanti riprenderò anche qui alcuni di questi percorsi. 

Personalmente per me il minimalismo rappresenta la semplificazione: meno oggetti da pulire, meno cose da riordinare. Meno stress, meno cose e più esperienze. Più tempo per fare le cose che amo o per stare con le persone che amo. Da qui è iniziato il mio percorso di decluttering.

Cosa ne pensate? Riuscite a vivere il vuoto o vi fa pura? Cosa vuol dire per voi minimalismo? Fatemi sapere!
In alto nella foto, come guest star c’è la mi adorata campana tibetana!

 

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