Metá anno é passato (Dove sono finiti marzo e aprile? Qualcuno mi aiuti!) e se avete seguito passo passo il percorso di Giulia, dovreste essere ad un buon punto della realizzazione dei vostri obiettivi. A volte però capita che proprio a metà strada ci si senta un po’ stanchi e demotivati, visto che si lavora da tanto e magari la realizzazione sembra ancora lontana. Se poi come me state aspettando delle ferie lontanissime, serve proprio una carica di energia! Ho selezionato per voi tre film tratti da storie vere, quindi il massimo dell’ispirazione e della carica! Una volta finiti non potrete dire “beh ma tanto è solo un film”… pronte?

Ti va di ballare?

Famoso film con Antonio Banderas ai tempi in cui era ancora molto sexy e non parlava con le galline.
La storia inizia con Pierre Dulaine, insegnante di ballo da sala, che trova uno studente a sfasciare una macchina. Pur trovando il libretto studentesco del ragazzo, anzichè denunciarlo, decide di fare qualcosa per quella situazione di disagio e si reca nella scuola, offrendo il suo aiuto. La preside è piuttosto in difficoltà e sfida il protagonista ad aiutare i ragazzi del doposcuola, gli “irrecuperabili”.
Dopo un inizio piuttosto burrascoso a contatto con questi ragazzi turbolenti e abituati a vedere di tutto per la strada, Pierre Dulaine li convince ad allenarsi per la gara di ballo cittadina.
Non vi svelo il finale, ma vi basti sapere che il programma di ballo di Pierre Dulaine è diventato permanente in moltissime scuole in America.

Cosa ci insegna?

Che per quanto penalizzante possa essere il proprio inizio, con la dedizione e la costanza si possono ottenere risultati insperati. Che le soluzioni che vedono tutti non sempre sono le uniche e che a volte un sogno si può realizzare. Che quando qualcosa ci chiama nel profondo, i risultati, presto o tardi, arriveranno. Last but not least: che a fare del bene ed insegnare il rispetto e l’educazione ci si guadagna sempre, in primis come esseri umani.

 

Ti piace ballare? Allora sei fatta per ballare!

 

La forza del campione

Tratto da un libro autobiografico, il film narra del giovane Dan Millman, promettente atleta di ginnastica, bravo soprattutto nella specialità degli anelli. Dan è prossimo a candidarsi per le olimpiadi ma non è felice. Le sue amicizie con i suoi compagni di squadra sono competitive e tese, non instaura relazioni durature con le ragazze e non dorme bene, tormentato dalle sue ansie.
Una notte incontra un uomo che lavora in una stazione di servizio e dopo averlo visto compiere un salto “impossibile” per giunta per un uomo zoppo e anziano, Dan decide di seguire i suoi consigli e lo ribattezza Socrate. I consigli di Socrate sono perlopiù filosofici e bizzarri, ma soprattutto dopo un incidente in moto che lo mette fuori dalla squadra olimpionica, Dan compie un lungo percorso con Socrate, di riabilitazione fisica ma soprattutto dell’anima, cercando di tornare a gareggiare e allo stesso tempo di capire quali sono le cose che per lui contano.

Cosa ci insegna?

Che non bisogna “correre per la medaglia”. Che la felicitá non è un punto di arrivo, un diploma, un risultato, ma un percorso fatto ogni singolo giorno. Che per essere sereni bisogna imparare a vivere nel presente e che i valori contano, perchè ci danno la forza di fare cose insospettabili. Che anche se tutti credono in te ma tu non credi in te stesso non basteranno le coppe di tutto il mondo, viceversa se tu credi nelle tue capacitá, vivrai intensamente ogni giorno.

Un guerriero non rinuncia mai a quello che ama; egli trova l’amore in quello che fa. Guerriero non significa perfezione, ne vittoria, nè invulnerabilità: significa assoluta vulnerabilità; è questo il vero coraggio.

Soul surfer

La vera storia di Bethany, giovane promessa del surf agonistico. Bethany è brava e ha tutte le carte in regola per realizzare il suo sogno. Compete alle gare regionali e pur essendo giovanissima ha già uno sponsor. Durante un allenamento, però, uno squalo la attacca e le porta via un braccio intero. Miracolosamente Bethany sopravvive sia allo shock che alla perdita di sangue, ma inizialmente sembra che debba rinunciare per sempre al suo sogno: come può mantenere l’equilibrio sul surf con un braccio solo? Come può sollevarsi sulla tavola con la forza di un solo braccio? Grazie al sostegno della sua famiglia e della sua migliore amica, Bethany non si arrende, si allena per riacquistare l’equilibrio, per rendere piú forte l’unico braccio rimasto e per imparare di nuovo a surfare con una picccola tavola da gara. Particolarmente commovente è la parte in cui tutta la famiglia la sostiene e si impegna per vederla tornare a gareggiare. Dopo un iniziale fallimento, Bethany si reca in Thailandia dopo lo tsunami,  aiutando i bambini a tornare in confidenza con il mare. Inizia qui un periodo di riflessione su come sfruttare ciò che si riceve. Una volta tornata, scopre che la sua esibizione ha colpito l’immaginario di ragazzini senza un arto di tutto il mondo e trova la casa invasa da lettere di ammirazione, grazie alle quali capisce che la prima vittoria è stata avere il coraggio di provare e torna a gareggiare.

Cosa ci insegna?

Che non bisogna rinunciare alle proprie passioni, anche quando inseguirle sembra complicato e faticoso. Che non bisogna avere paura di fallire e che in ogni difficoltà si nasconde un’opportunità. Che il sostegno di chi ci è vicino è importante e che non dobbiamo rifiutarlo, nè per paura nè per orgoglio. Che dove la scienza non sa ancora fornire risposte certe, possono fare miracoli la fede e la forza di volontà e che accettare ciò che ci accade è il primo passo per trasformare la realtà che ci circonda.

Non vorrei cambiare quello che mi è successo, perché non avrei mai avuto questa possibilità di abbracciare più persone di quante non ne abbia potuto abbracciare con due braccia.

 

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