Abbiamo chiesto a Davide Defilla, nostro amico e competente psicologo, di parlarci di bullismo, per affrontare questo delicato argomento nella maniera più completa possibile (eh sì, era evidentemente necessaria una mano esterna!). Da questo nostro dibattito è uscita l’dea di una mini serie di post informativi per conoscere al meglio questa problematica e cercare di combatterla con consapevolezza!

1. Che cos’è il bullismo

Antonio, Giacomo e Luca sono tre amici storici di 14 anni ciascuno. Durante la ricreazione a scuola si divertono a prendersi in giro vicendevolmente. Oggi all’intervallo Luca è stato preso in giro dagli altri due per il suo nuovo paio di occhiali. Ieri era toccato a Giacomo essere oggetto di scherno per una gaffe compiuta a scuola. In un caso come questo si può parlare di bullismo? Come distinguere questo fenomeno dal normale scherzo o dal fisiologico conflitto? Per rispondere a questa domanda occorre definire con precisione che cosa si indica con la parola bullismo.
Si può parlare di bullismo ogni volta che ci si trova di fronte ad un comportamento aggressivo caratterizzato dai seguenti tratti:

PIANIFICAZIONE: il bullismo è un comportamento aggressivo deliberato e intenzionale. Detto in altre parole il bullo sceglie attentamente la propria vittima tra individui isolati e più fragili agisce nelle occasioni in cui ha meno probabilità di essere scoperto e punito.

SQUILIBRIO DI FORZE: il bullo si trova sempre in una posizione di potere rispetto alla vittima. In alcuni casi questo potere si configura come forza fisica, in altri come superiore status sociale, trattandosi di una persona popolare, circondata di amici-complici a dispetto di una vittima sola, spaventata e più vulnerabile.

RIGIDITÀ: nel bullismo i ruoli di vittima e carnefice sono stabili e i comportamenti aggressivi sono persistenti nel tempo.

DANNOSITÀ: il comportamento del bullo è finalizzato a ferire la vittima da un punto di vista fisico e/o psicologico.

2. Tipologie di bullismo

FISICO: rientrano in questa categoria comportamenti quali colpire la vittima con calci, pugni,sberle ecc…; spingerla, strattonarla, farla inciampare, sottrarle oggetti di sua proprietà, rubarli e/o danneggiarli; costringere la persona a stare ferma in una posizione, tormentarla, chiuderla in un armadietto o in bagno, sputarle addosso, sottoporla a piccole torture, crearle danni con oggetti.

VERBALE: appartengono a questa tipologia comportamenti quali insultare, svilire e umiliare, deridere in modo sistematico e continuativo, fare commenti di natura razzista e discriminatoria, esprimere minacce e intimidazioni, indirizzare maldicenze e pettegolezzi alle spalle della vittima.

SOCIO-RELAZIONALE: rientrano in questo ambito tutte quelle azioni finalizzate a distruggere o danneggiare la reputazione della vittima; escluderla da un determinato gruppo sociale; sottoporla a situazioni imbarazzanti e umilianti; minare i suoi rapporti personali o manipolare le persone contro di lei; effettuare scritte o graffiti minacciosi nei suoi confronti; le forme di prevaricazione e danneggiamento virtuale (cyber bullismo).

3. Come riconoscere i vari bulli

Le differenti forme di bullismo, sopra descritte, non vengono messe in atto indifferentemente da qualsiasi bullo. Ad oggi l’ipotesi più accreditata presso gli studiosi è che esistano diverse tipologie di bullo e che ognuna di esse si contraddistingua per particolari tratti caratteriali e specifici comportamenti. Vediamole insieme:

IL BULLO INCENDIARIO: rientrano in questa tipologia quei ragazzi estremamente reattivi agli stimoli emotivi, con scarsa tolleranza alla frustrazione e un deficit nella capacità di regolare le emozioni. In genere tendono a interpretare segnali sociali ambigui come possibili aggressioni nei loro confronti, reagendo in maniera esagerata. Abituati ad avere tutto subito non accettano facilmente il limite e per ottenere quello che vogliono mettono in atto comportamenti aggressivi di natura impulsiva. In genere, mancando di abilità riflessive, optano per forme di bullismo fisico o verbale che rappresentano l’espressione di emotività intensa fuori controllo.

IL BULLO PIANIFICATORE: si tratta di ragazzi freddi, poco empatici, con buone abilità cognitive che progettano a freddo i loro comportamenti aggressivi. Dotati di buone capacità di leadership, godono di prestigio all’interno del loro gruppo sociale e si servono spesso di complici-gregari per compiere le loro azioni ai danni delle vittime. La loro finalità è esercitare un dominio sugli altri e accrescere o consolidare la loro popolarità agli occhi dei pari. L’incapacità di provare emozioni come la paura delle conseguenze delle proprie azioni o la colpa per il dolore arrecato li rende privi dei normali freni inibitori che dovrebbero bloccare i comportamenti aggressivi. Questo tipo di bulli può ricorrere a qualsiasi forma di bullismo a seconda delle circostanze e della valutazione costi-benefici.

L’APE REGINA: è un sotto classe “al femminile” della tipologia bullo pianificatore. Anche le ragazze possono diventare bulle ma prediligono forme di aggressività più psicologica che fisica. In linea di massima, a parità di età, le ragazze sviluppano maggiormente le abilità verbali e socio- relazionali e se ne possono servire in senso manipolativo per accrescere il loro status dominante all’interno del gruppo di riferimento.

IL BULLO-VITTIMA: sono soggetti che ricoprono entrambi i ruoli dello schema relazionale. Vittime di soprusi e prevaricazioni, accumulano rabbia e rancore per poi esprimere queste emozioni attraverso comportamenti aggressivi ai danni del loro carnefice o di altre vittime. In questo modo cercano di ottenere una sorta di rivalsa agli occhi dei pari o di riaffermare il sé ferito a danni di altri.

 

Il Dott. Defilla si è laureato in Psicologia nel 2006 presso l’Università degli studi di Torino e si è specializzato in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale nel 2013 presso il Centro Clinico Crocetta di Torino dove nel 2014 ha conseguito un Master quadriennale in Sessuologia Clinica.
Ha conseguito inoltre la qualificata di psicoterapeuta emdr dopo aver effettuato il corso di perfezionamento di 1 e 2 livello
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