Ieri sera ho visto il finale Dark e mi sono svegliata con un sacco di casino in testa. Per cui ho pensato di cercare di capirci qualcosa insieme a voi, scandagliando il web per risposte ai più comuni dubbi.

Prima di partire però vi devo dire che questo articolo CONTIENE SPOILER della terza serie quindi se non la avete ancora vista tornate più avanti, quando confusi come me vorrete una spiegazione.

Cosa ne penso?

Partiamo a caldo con un minimo di recensione. La serie mi è piaciuta, è ben scritta ed è un ottimo prodotto ma ad essere completamente sincera l’ho trovata un filo noiosa e difficile da seguire. I nomi stranieri per noi complicati e i salti temporali non hanno aiutato di certo, anche se il casting ha fatto un lavoro eccezionale. Ultima pecca che mi ha veramente pesato durante la visione è stata la pessima colonna sonora. Quella serie di rumori inquietanti di sottofondo mi ha veramente infastidito durante la visione. Ho trovato infatti che questi pro e contro per me non si bilanciassero. Mi spiego, per quanto la storia sia eccezionale, complicata e veramente veramente ben studiata non ha surclassato quelle falle di cui sopra facendomi amare la serie senza se e senza ma. Penso infatti che vada a pelle, che personalmente ho bisogno di determinati ingredienti per innamorarmi di prodotti, anche se ben più scadenti. Ma come nella vita reale, non ci innamoriamo mai della persona perfetta.

L’albero genealogico:

Direi che la parte più complessa è l’albero genealogico del nodo, chi è figlio di chi. Che poi è il vero bello di Dark. Partendo dalla prima rivelazione shock ossia che Mikkel, catapultato da bambino negli anni ’80, diventerà Michael il padre di Jonas, pian piano scopriamo che le parentele a Winden sono estremamente complicate. Della serie Game of Thrones levati proprio. Infatti la seconda rivelazione shock è quella che Charlotte e Elisabeth sono madre l’una dell’altra, stile matryoskha infinita. E da li dovevo inziare a capire che il vero senso di Dark è che questi paradossi temporali sono un errore, che la più volte citata falla nel Matrix non era aggiustabile in nessun modo, se non come hanno fatto nel finale, ma ci arriveremo…

Quindi, per capire l’albero genealogico più incestuoso della serie tv ecco un bel grafico:

clicca per ingrandire!

Ok, esteticamente non è un granchè, ma è molto chiaro. Per un esperienza interattiva guardate quello sul sito originale Netlix

I multiversi:

Facciamo un piccolo sunto prima di approfondire la questione parentele. Come capiamo dal finale della seconda serie, esistono due versioni del mondo di Dark: il mondo di Jonas dove accadono gli eventi della prima e seconda serie e il mondo specchio di Martha dove si svolgono parte degli eventi della terza. Ma la vera rivelazione delle ultime puntate è che questi due mondi, dove esiste il viaggio nel tempo, sono un errore causato dall’esperimento di H.G. Tannhaus, l’orologiaio nonno di Charlotte. Esiste quindi il mondo di origine, un altra realtà alla base di tutto che si potrebbe definire quella “vera” nella quale Tannhaus addolorato dopo la morte del figlio e della sua famiglia in un incidente stradale, cerca disperatamente un modo per viaggiare nel tempo e riportare in vita i suoi cari. Azionando il macchinario di sua invenzione crea la falla nel Matrix, i due mondi paralleli dominati dai paradossi temporali.

Chiave dei paradossi temporali è il fatto che durante l’apocalisse il tempo si ferma per alcune frazioni di secondo, durante il quale i protagonisti possono agire di libero arbitrio e cambiare alcuni aspetti del ciclo, creando linee temporali diverse.

Le parentele:

Adam e Eve danno per scontato che loro figlio “lo Sconosciuto” sia il centro del nodo. Per Eve questo è da preservare e quindi nel “gioco” del tempo fa di tutto per salvare la vita dello Sconosciuto, per Adam invece è da distruggere, e non a caso infatti arriva a uccidere Martha incinta del suo stesso figlio. Finchè Claudia non svela loro che il principio è l’esperimento di Tannahus questa battaglia si svolge nei due mondi in un ciclo continuo senza fine.

Ma come mai Adame e Eve, ossia Jonas e Martha, pensano di essere i capostipite di tutto sto casino parentale?
Lo sconosciuto, che vediamo nella serie apparire sempre nelle tre versioni di se stesso (bambino, adulto e anziano con il labbro leporino) è infatti il padre biologico di Tronte Nielsen. Tronte è il padre di Ulrich e nonno di Mikkel\Michael che è il padre a sua volta di Jonas. Da qui nasce il cerchio, Jonas è sia l’inizio che la fine della sua genealogia. Lo stesso vale per Martha, essendo anche lei figlia di Ulrich.

La linea di sangue da parte di Claudia si intreccia anch’essa inesorabilmente su se stessa e con quella di Jonas/Martha, infatti il nipote Bartosz tornato indietro alla fine dell’800 avrà con Silja due figli: Hanno (ossia Noah) e Agnes. Agnes diventerà la madre di Tronte (vedi sopra) mentre Hanno/Noah è il padre di Charlotte e nonno/marito di Elisabeth. Non dimentichiamoci inoltre che Claudia concepisce con Bernd Doppler la figlia Regina (mamma di Bartosz), e che Bernd è il bis-nonno da parte di padre di Elisabeth. Insomma, un gran casino, guardatevi bene l’immagine qui sopra!

Il Finale

Il discorso sui collegamenti di sangue serve per capire i nodi centrali della serie. In Dark tutto è causa/effetto di se stesso, e tutto si svolge intorno al numero tre. Tre sono i mondi, tre sono le fasi della vita rappresentate, tre erano i cicli, tre sono le pedine che controllano il gioco. Quindi, come dicevo anche prima, il fatto che non esistano solo i due mondi specchio di Martha e Jonas ma che ci sia un mondo originale ha molto molto senso. Semplicemente avremmo voluto un assaggio, dei piccoli indizi prima della fine della terza serie. Sembra infatti che i tempi narrativi siano dilatati sulla prima e la seconda, e che tutto si risolva in pochi episodi. Anche il fatto che gli Jonas e Martha che metteranno fine al tutto siano le loro versioni “giovani” fa storcere un po’ il naso, in quanto mi aspetto che una decisione così importante e che porterà alla loro scomparsa possa essere più il risultato di una lunga vita di ricerca e di ponderazioni sul senso della loro esistenza. Avrei infatti visto più sensato un Eva e Adam a raggiungere quello scopo.

Il personaggio di Tannahus e la sua famiglia vengono anch’essi svelati realmente alla fine della narrazione, e il fatto che siano la causa di tutto risulta a mio parere un po’ alieno alla storia finora raccontata.
Ma penso anche che, questo tipo di paradosso famigliare sia impossibile da risolvere se non cancellando i due mondi e con essi tutti i discendenti dello Sconosciuto.

La scena finale, in cui vediamo gli abitanti di Winden “rimasti” nel mondo originale si spiega solo alla luce della lettura dell’albero genealogico. Claudia è ben conscia di questo quando mette in atto il suo piano per distruggere i due mondi specchio: il suo scopo era quello di salvare Regina e darle il lieto fine che meritava.

Il vero mistero

Diciamocelo, vi state chiedendo tutti cosa cavolo è successo all’occhio di Wöller, il poliziotto che lavora per Charlotte! Il pensiero mi ha perseguitato durante tutta la visione in quanto ho visto la prima e la seconda puntata appena era uscita la prima serie su Netflix e poi ho ripreso la visione l’anno successivo, per cui ero convinta di non ricordarmi cosa era successo al poliziotto. Bene, ora sono sicura di non essere sola!

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