MBTI: Un test di personalità per capire meglio il proprio carattere
A tutte piacciono i test psicologici, che non a caso spopolano su Facebook e su internet in generale… Sei cane o gatto? Quale principessa Disney ti rappresenta? Scopri la città dove dovresti vivere! e così via.
Bene, il test di cui vi voglio parlare oggi è un po’ più serio: si tratta del test della personalità MBTI, anche detto delle 16 personalità.
Per spiegarvi di cosa si tratta devo tornare un passo indietro, nei primi anni del Novecento: la sigla MBTI infatti è l’acronimo per Meyers-Briggs Type Indicator, cioè indicatore di personalità Meyers-Briggs.
Katharine Cook Briggs è una giovane donna americana molto intraprendente, vuole fare un sacco di cose e ama sapere e imparare (sotto sotto me lo sento che è una Corvonero come me), in un’epoca dove le donne che si istruiscono sono guardate ancora male. Ma la nostra Katharine non si lascia scoraggiare e dopo un’educazione universitaria diventa insegnante e continua le sue ricerche per conto proprio (stiamo parlando degli anni ’20… difficile vedere una donna con un PhD!), dedicandosi in particolare ai temi della pedagogia, della psicologia e della sociologia. Una tipetta tosta, questa Katharine, che nel 1928 arriva addirittura a farsi pubblicare su prestigiose riviste scientifiche.
Nel frattempo, per non farsi mancare nulla, si sposa e ha una figlia, Isabel Briggs Myers. Perché ve lo sto dicendo? Perché a partire dagli anni ’20 Katharine coinvolge la figlia Isabel nelle sue ricerche ed entrambe approfondiscono l’opera del grande psicanalista svizzero Carl Gustav Jung, che in quegli anni è stato appena tradotto in inglese e pubblicato negli USA.
Jung e la teoria degli archetipi
Jung, amico-rivale di Freud, è famoso soprattutto per la sua teoria dell’inconscio collettivo. Insieme a questa teoria, egli sviluppa anche le figure degli “archetipi”, ovvero dei “personaggi”, delle figure ancestrali che racchiudono alcune caratteristiche proprie dell’essere umano: il Sovrano, il Mago, l’Innocente, il Guerriero e così via… L’essere umano nei vari stadi della sua vita si identifica con i vari archetipi e può traslare da uno all’altro. Un archetipo rappresenta chi ci sentiamo in un particolare momento, mentre la sua Ombra è una parte che ci rappresenta ma che cerchiamo di reprimere – ebbene sì, tutti ne abbiamo una!
Katharine e Isabel rimangono affascinate da questa teoria -e chi potrebbe dar loro torto!- e incominciano a capire se possa essere migliorata in qualche modo. È da questo periodo di ricerca sulla personalità e su i suoi tratti essenziali che nasce il test MBTI, che viene proposto per la prima volta durante la II Guerra Mondiale, con lo scopo di aiutare le donne a… inserirsi nel mercato del lavoro lasciato libero dagli uomini in guerra seguendo le proprie inclinazioni e caratteristiche!
Apperò, lasciatemelo dire.
Ma su cosa si basa questo test?
Spero di avervi incuriosito abbastanza con la storia molto particolare della sua nascita da farvi venire voglia di continuare a leggere questo articolo.
Le due ricercatrici individuano 4 dicotomie essenziali che definiscono la personalità di ogni essere umano.
Queste sono:
Estroversione (E) vs Introversione (I)
Sensitività (S) vs Intuizione (N)
Ragionamento (T) vs Sentimento (F)
Giudizio (J) vs Percezione (P)
4×4…16 personalità! Che possono risultare da come si combinano i vari fattori. Per questo il test dà come risultato un acronimo formato da quattro lettere: ESTJ, ISTP, ESFJ e così via.
La prima coppia (E o I) parla di come ci rapportiamo col mondo: vedere gli altri ci ricarica o ci lascia stanchi? Abbiamo bisogno di solitudine ogni tanto per sentirci noi stessi o ci esprimiamo al massimo quando siamo in mezzo alla gente?
La seconda coppia (S o N) riguarda il modo in cui assumiamo informazioni dall’esterno: se usiamo la Sensitività esploriamo con tutti i 5 sensi, in maniera empirica. Chi si affida all’Intuizione invece preferisce ragionare per schemi astratti e generali, astraendo dall’esperienza materiale.
La terza coppia riguarda come prendiamo decisioni: il Ragionamento ci rende persone analitiche e vagamente distaccate, oggettive nei confronti delle scelte, mentre chi ha Sentimento preferisce seguire la propria etica e i propri ideali.
Infine, la quarta dicotomia ci parla di come ci mostriamo agli altri e per questo acquista significato quando viene comparata con le altre “lettere”: attraverso le caratteristiche del Giudizio o della Percezione, che vanno recuperate nella seconda e terza coppia.
Se siete confuse e volete rispolverare i libri di algebra del liceo, non temete.
Io vi ho spiegato cosa significano queste famose “quattro lettere”, ma per capire che tipo si è basta andare sul sito https://www.16personalities.com/it/tipi-di-personalita, dove trovate il test tradotto in italiano.
Il mio risultato e in che modo mi ha aiutata a cambiare
Fatto?
Allora finalmente posso rivelarvi qual è la mia tipologia: INFP, detto l’Idealista o il Mediatore.
Le mie caratteristiche sono una spiccata Introversione, una preferenza per il pensiero astratto data dall’Intuizione, combinata con il Sentimento che predomina rispetto al Giudizio e porta a preferire le implicazioni etiche, il tutto condito dalla caratteristica della Percezione che porta questo tipo a preferire mostrarsi all’esterno tramite la sua funzione percettiva – che appunto è l’Intuizione.
Da questo miscuglio forse capirete perché il soprannome di questo tipo è l’ ”idealista”: la tendenza a ragionare per schemi astratti seguendo le proprie norme morali, unita all’introversione conduce a personalità che vivono un po’ sulle nuvole, convinte dei propri principi morali e della propria “causa” ma a volte un po’ distaccate dalla vita pratica e dalle conseguenze materiali. Dei novelli Don Chisciotte insomma!
Inoltre sono personalità fortemente empatiche, che hanno piacere a stare con le persone quando queste rispecchiano i propri valori e a creare amicizie solide basate sulla condivisione e sull’ascolto reciproco, ma potrebbero avere qualche problema se li prendete per il collo e li trascinate ad una festa piena di persone sconosciute, magari personalità che hanno tratti spiccati di tipo razionale o di giudizio – che alla personalità INFP sembreranno sempre un po’ freddi e troppo analitici.
Ma in che modo sapere queste cose -posto che siano vere- vi può aiutare nella vita di tutti i giorni?
Non vorrei sembrare esagerata, ma a me questo test ha cambiato non dico la vita, ma sicuramente il modo in cui percepisco il mio carattere e le relazioni con gli altri.
Perché ho capito che:
- alcune caratteristiche sono innate o comunque non modificabili e fanno davvero parte del nostro carattere
- non è un errore essere introversi. Io sono una persona socievole che ama stare in mezzo alle persone – a piccole dosi però. Ho finalmente capito perché troppa socialità mi sfiancava e no, non perché sono un mostro asociale con qualche problema come ho pensato per tantissimo tempo!
- altri tipi non sono freddi, o cattivi, o egoisti. Hanno solo caratteristiche diverse – che posso accettare e anche apprezzare perché comunque completano le mie mancanze
- mi piace rapportarmi con le altre persone usando l’empatia, facendo domande sulla loro vita e così via. Mi sento molto più a mio agio così che non dovendo mettermi in mostra io per prima.
- l’INFP ferito, dal mondo o dalle persone, tende a diventare un po’ eremita, ad isolarsi, ad assumere un atteggiamento cinico. Anche qui, non c’è nulla di strano: basta ricordarsi di scendere dal piedistallo dopo un periodo di assestamento, per evitare di incancrenirsi in certe posizioni mentali.
- l’MBTI ti dice alcune cose, ma non tutte. C’è chi si rispecchia di più e chi di meno, ma comunque rimaniamo NOI al di là di quelle quattro letterine.
- il mondo a volte non va come noi INFP vorremmo che andasse, ossia perfettamente in sintonia con i nostri precetti morali. Dobbiamo accettarlo, e calarci un po’ di più nella realtà concreta se davvero vogliamo cambiare le cose
E voi? Avete fatto il test? Sono curiosa come una scimmia di sapere che risultato vi è uscito e cosa ne pensate! 😀 Fammelo sapere nei commenti qui o sulla nostra Pagina Facebook, mi raccomando!
Prima di salutarvi vi lascio ancora un piccolo consiglio per gli acquisti:
non l’ho ancora letto, ma mi è stato consigliato il libro Quiet, il potere degli introversi in un mondo che non sa smettere di parlare, che al di là del titolo non proprio entusiasmante dovrebbe affrontare molto bene il tema estroversione vs introversione, spiegando i punti di forza della personalità introversa, che a volte viene un po’ bistrattata e sui cui circolano tanti pregiudizi, primo fra tutti il fatto che l’introversione sia un difetto da eliminare!
Se lo hai già letto o hai intenzione di farlo fammelo sapere 🙂
Giulia
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Ricercatrice universitaria, quindi la sua vita è fatta di ansia, procrastinazione e studi di genere.
Ama: impegnarsi in qualcosa, la musica indie italiana, fingere di essere un gatto e il caramello salato.
Odia: le brioche con poco ripieno, il lunedì mattina e il piumone freddo d’inverno.
Complimenti per il post! Non conoscevo la storia del test, ma è molto interessante. Anche a me è stato di grande aiuto fare il test per capire alcune cose di me stessa e per farmi sentire meno aliena XD Lo consiglierei a chiunque e credo valga la pena proporlo anche alle persone a cui teniamo, perché può aiutare a comprendersi meglio 🙂
E il libro di Susain Cain lo consiglio a chiunque sia interessato all’argomento! E’ molto ben scritto, sono riportate tutte le fonti e le ricerche che cita e contiene diversi consigli per affrontare le situazioni, per imparare a trarre il meglio dalla propria natura e, come il test di cui si parlava prima, è utile per riuscire a capirsi, anche quando si è agli estremi opposti.
p.s. adoro l’immagine con l’associazione tipi-protagoniste Disney! Sono decisamente Elsa xD
Grazie mille!
Hai ragione, secondo me dovrebbero proporlo anche a scuola o qualcosa del genere. Non per etichettare le persone ma proprio per far capire che siamo tutti diversi ed è bello così 😀
Il libro lo voglio assolutamente leggere… appena finisce questa dannata sessione esami!