Perchè la skincare coreana è così famosa?

La skincare routine coreana, con i suoi famosi 11 step o passi di cui si sente tanto parlare, mi ha conquistata dal primo momento, a partire da qualche mese fa. Per caso ho trovato un link che ne parlava (hai presente quando vaghi nel web alle tre di notte cercando video sul macaco nano del Madagascar? Ecco), ho strabuzzato gli occhi a vedere la quantità di roba che le coreane si spalmano in faccia, ma ne sono anche rimasta affascinata. Da lì a fare i primi ordini il passo è stato brevissimo, conquistata anche dalla cura tutta particolare che mostrano per le pelli grasse come la mia.

Qualche mese dopo, però, era la festa del mio compleanno e mi sono trovata a spiegare e decantare le virtù dei prodotti coreani davanti a tutti i miei amici, e lì, sì, ho capito che forse c’era un problema. Le ragazze però mi hanno chiesto di fare un post introduttivo prima di pubblicare qualsiasi recensione di prodotti (che trovi qui), così eccomi qui.

Ho l’ingrato compito di rendere comprensibile questa intricatissima routine e spero di farlo non annoiandovi troppo!

Prima, però, una breve nota storica. Perché la routine coreana ha 11 passi? Perché ci sono ingredienti così strani? Perché sono così all’avanguardia?

La ragione è duplice, culturale ed economica: come tutti i paesi asiatici, i coreani hanno il culto della pelle bella, che deve essere liscia, bianca, luminosa e senza imperfezioni. A differenza del mondo occidentale che predilige il makeup anche marcato, gli asiatici impazziscono per una grana fine e liscia e un aspetto sano e luminoso. Chiamali scemi! Io adoro questa teoria e penso sia fantastica anche per la propria autostima. Un conto è nascondere i brufoli sotto chili di correttore, un conto è impegnarsi per farli andare via. +10 ai coreani!

La ragione economica invece è data da un insieme di fattori storici che hanno spinto le aziende coreane a iperspecializzarsi e diventare super innovative per non soccombere sotto il peso delle multinazionali occidentali, tenendo allo stesso tempo prezzi competitivi e sperimentando ingredienti e formulazioni di avanguardia. BB cream, CC cream, bava di lumaca, fondotinta cushion? Tutta farina del loro sacco, copiata poi dai brand occidentali e immessa anche nel nostro mercato negli ultimi anni.

skincare coreana ingredienti

alcuni ingredienti usati nella skincare routine coreana e la loro funzione

Dopo questa piccola nota per spiegare la ragione per cui la cosmesi coreana è così innovativa e performante, addentriamoci nei meandri dei famosi 11 step.

Ma sono proprio 11? No, non per forza. Possono variare da un minimo di 8 a 11 circa, ovviamente dipende da cosa si sceglie. Non sono obbligatori, non è una corsa. Ognuno prende quello che preferisce! Se pensate che 11 step siano “troppa roba”, che i vostri pori collasseranno sotto il peso di tutte quelle cremine…

Niente paura, la parola base è “layering”, ovvero stratificazione – ok, ammetto che non suona benissimo. Ma i prodotti coreani sono specificatamente pensati per essere usati tutti insieme, secondo la regola aurea dal più leggero al più corposo. Quindi non usate prodotti occidentali per ricreare lo stesso effetto, non andrebbero bene e vi ungereste peggio di patatine fritte! Ogni “layer” o livello è pensato per uno specifico effetto o esigenza e tutti insieme contribuiscono a quell’aspetto sano e luminoso che è l’obbiettivo di tutta questa trafila.

Gli undici step della skincare coreana passo per passo:

1) Mettiamoci una bella fascetta per tirare indietro i capelli (magari con orecchie da gatto?) e incominciamo. Il primo step è la PULIZIA, che di solito si effettua col metodo bifasico.

Prima si usa un detergente oleoso (oil cleanser), da massaggiare con le dita o con una spazzolina per rimuovere il make up. Poi si passa al detergente, di solito in forma schiumosa (foam cleanser) per una pulizia delicata, ma ci sono anche detergenti scrub per chi la vuole più pulente (qui la nostra recensione di un foam cleanser e qui un set perfetto per questo tipo di pulizia).

2) Il secondo step è il tonico, che troverete sotto il nome di toner, ma anche mist, booster, skin softner, skin refresher, skin refiner, skin balancer o skin hydrator. Ha il compito di riequilibrare il pH della pelle dopo il detergente e incominciare a fare qualcosa per le vostre esigenze: astringente, idratante, illuminante…  Il tonico va applicato senza dischetto di cotone ma “patpattato” (come dicono le coreane, è un termine scientifico, non si vede?) sulla faccia per stimolare la circolazione. Per esempio questo o questo, entrambi disponibili su Amazon.

3) Il terzo step potrebbe dare dei problemi a noi italiane. È la maschera. Sì, la maschera si fa dopo il tonico. Anche io ero sconvolta. Di solito è una maschera di stoffa (sheet mask) che va applicata sul viso e tenuta per circa 15 minuti. Non è la nostra maschera astringente o purificante, tutt’altro. È più una specie di prolungato impacco di principi nutritivi, ovviamente a seconda dell’esigenza personale. Passati i 15 minuti, si toglie la maschera e non si sciacqua. Resistete alla tentazione! Lo so è dura. Ma si usano così. Per consolarvi, potreste comprare queste tenerissime a forma di animaletti.

skincare coreana

4) Dopo aver pulito la pelle e averle dato un surplus di idratazione con la maschera (che ovviamente si fa 1-2 volte a settimana, non tutti i giorni), è il momento di passare ai sieri (serum), alle essence e alle ampoule. Sono tutte e tre formulazioni leggere adatta a risolvere il problema specifico della vostra pelle (imperfezioni, acne, rughe, rossori, secchezza, etc…), ne bastano poche gocce per tutto il viso (qui per la nostra recensione di un serum).

Si differenziano per concentrazione di principio attivo: più alto nelle ampoule, poi nei sieri e infine nelle essence. Motivo per il quale le ampoule costano molto!

Invece la texture va dalla più leggera (quindi acquosa) delle essence, passando per le ampoule e infine ai sieri, che hanno una consistenza vischiosa.

Quindi ricapitoliamo: le essence sono a base acquosa, leggere e contengono poco principio attivo; i sieri hanno un principio attivo medio, sono vischiosi e densi e possono essere a base acquosa o a base oleosa; infine le ampoule sono le più concentrate e sono abbastanza leggere (più dei sieri) e hanno lo scopo di penetrare velocemente nella pelle.

Si può scegliere uno o più di questi prodotti a seconda della necessità (per esempio, una ampoule per l’acne e un siero per illuminare), ricordando che l’ordine di applicazione è essence —> ampoule —> sieri. Non c’è bisogno di complicare la cose: se la vostra pelle non ha esigenze particolari va benissimo anche solo uno di questi prodotti per una routine skincare coreana di qualità. Qualche esempio di prodotti: questo, questo o questo.

skincare coreana

so che state per svenire, ma resistete fino alla fine

5) Finiti i “trattamenti” per i problemi della pelle, passiamo all’idratazione vera e propria. Per prima cosa troviamo le lotion e le emulsion (come questa), che sono idratanti leggeri e piuttosto liquidi. Per le ragazze con la pelle grassa questo step di idratazione può essere più che sufficiente e anzi risolvere il problema dell’eccessiva lucidità. Per la loro funzione e consistenza, sono più simili ai nostri sieri.

6) Siamo finalmente alla crema (cream o gel cream)! Più densa e corposa, serve ovviamente per idratare come funzione principale. Come questa, o questa.

7) Specifica invece è la crema occhi (eye cream), di solito con funzione illuminante o anti rughe.

8) Per i brufoli ci sono gli “spot treatment” (letteralmente, trattamenti mirati… a distruggere il nuovo arrivato prima che vi devasti la faccia), sotto forma di cerottini o creme, spesso a base di acido salicilico.

9) Siamo ad un bivio nella nostra routine (se siete sopravvissute fin qui). Se è giorno, mettiamo una bella crema solare (sunscreen o sun block) perché la moda coreana è di avere la pelle bianchissima. Se sentite già la pelle carica non temete: esistono anche in gel o in forma di acqua da vaporizzare (mist). Questo è uno dei solari più famosi.

10) Se è notte, invece, è il turno dello sleeping pack (o sleeping mask): una crema molto corposa assimilabile alla nostra “crema notte”, ma che ha il pregio di farvi sembrare riposate come la Bella Addormentata nel bosco anche se avete dormito 4 ore (qui e qui due nostre recensioni di sleeping pack). Non so come, ma lo fa. Io ne sono dipendente e la uso tutti i giorni, ma se volete limitarla alle giornate importanti è ottima lo stesso (tipo, vuoi mettere andare a dare gli esami col viso fresco e riposato e invece hai passato la notte a  Red Bull e disperazione?). Molto famosa è questa sleeping mask di Laneige.

11) Siamo alla fine! Non tutti i giorni, ma un paio di volte a settimana è d’obbligo concedersi una esfoliazione più approfondita con scrub o peeling, spesso a base di acidi come AHA o BHA.

Complimenti, avete finito…!

Sembra un’enormità di cose da fare, ma in realtà gli step base non richiedono più di 5 o 10 minuti in bagno. Provare per credere, timer alla mano. Poi, come dicevo all’inizio, ognuno prende solo quello che fa per sé, senza nessun obbligo di dover completare tutti gli 11 step. I più diversi rispetto ai nostri canoni sono sicuramente le sheet mask e le essence/serum/ampoule. La mia routine attualmente è composta dagli step 1-2-4-6-9/10, quindi 5 step in totale mattina e sera. Niente di così drammatico, no?

Spero di essere stata utile a dissipare dubbi riguardo questa skincare di cui tutti parlano (spesso senza conoscerla minimamente, devo dire…) e aver fatto chiarezza tra i termini che non sono per niente immediati.

Un’ultima domanda: dove si comprano i prodotti coreani? In Italia, vi consiglio Amazon o Sephora, che oramai tengono molti prodotti importati. Ma se siete disposte ad aspettare (20-30 giorni circa) e spendere un po’ meno, vi consiglio il mio sito coreano preferito.

Se avete ancora dubbi o non capite a cosa serve un certo prodotto scrivetemelo nei commenti!

Alla prossima,
Giulia

Se ti interessa approfondire l’argomento skincare, leggi la nostra rubrica “Che pelle hai?
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