Io amo le sneakers. E odio i tacchi. Capisco il loro fascino, slanciano e ti fanno subito sentire più figa ma sono perfidi. Fanno un male boia e sono innaturali! Quando l’ortopedico anni fa mi disse di non indossarli per evitare di sollecitare troppo il mio ginocchio un po’ malaticcio ho tirato un sospiro di sollievo. Avevo la scusa pronta, che scusa poi tanto non è, vista l’ultima esperienza a base di antidolorifici dopo averli indossati al matrimonio di Sara.
Per questo i programmi stile “Ma come ti vesti” mi fanno orrore, danno una serie di regole senza pensare all’unicità delle persone, perché un mai più senza tacchi a me che sono bassina arriverebbe di sicuro. E poi sempre quei jeans, indossi anche le felpe e le magliette con stampe nerd? No, buttiamo tutto nel cestone della rumenta e prova questo vestitino con stampe floreali e questa minibag gioiello. Ecco, mi viene il nervoso solo a pensarci. Questo catalogare la donna in base alla sua età, come se ci fosse uno standard a cui puntare per essere perfette (e tutte uguali!). Metti in risalto il punto vita, nascondi le cosce grosse e per favore un filo di scollatura ma non troppo che se no sei volgare. La femminista che c’è in me scalpita, e mi trovo a fare la romanzina a voi, povere e ignare lettrici, che magari Enzo Miccio in tv lo guardate anche.
Partiamo da un presupposto: per me ognuno può vestirsi come c***o gli pare. Io, che per lavoro e per vocazione ho un certo spiccato senso estetico, amo fare shopping e cerco di acquistare principalmente abiti di qualità e con un “bel taglio”. Come vi raccontavo tempo fa nel nostro post sulla fast fashion per me un modello ben studiato fa la differenza su di un vestito tanto quanto il materiale. Nel contempo adoro stare comoda, impazzisco all’idea di indossare collant che stringono o camicie che tirano, per non parlare appunto di camminare con delle ballerine che fanno venire le ciocche o tacchi scomodi.
Tutto per cosa? Perchè qualcuno si aspetta da te che tu sia elegante, che rientri nei suoi canoni? Portare un tailleur mi rende veramente più brava nel mio lavoro rispetto ad una felpa?
Una volta una ragazza, che fa anche lei l’architetto, mi ha spiegato che si veste sempre molto elegante perchè aveva la sensazione di essere presa più “sul serio”. Lì per lì pensai che avesse senso il suo discorso, eravamo entrambe molto giovani e in un ambiente in cui l’età=esperienza. Se sei un pivello non sei affidabile. L’apparire più adulta e più formale per lei stemperava questo pregiudizio. Passati un po’ di anni, con un minimo di esperienza sulle spalle, penso che sia un po’ riduttivo questo discorso. Nel lavoro a far capire che sei un novellino basta che tu apra bocca, e comunque a sopperire la mancanza di esperienza c’è ben altro che un fastidioso tacco, c’è l’impegno e l’intelligenza che valgono molto di più.
So che le mie parole possono sembrare utopiche, perchè a giudicarci c’è chi le ha fatte le regole, quella generazione che assumeva la segretaria in base alla taglia di seno, la generazione che la donna poteva essere solo la segretaria e che se non indossava il tailleur sexy non era vestita consona al lavoro. Ma ora tocca a noi, se continuiamo ad accettare i loro canoni, se non sfidiamo e tentiamo di guadagnarci la nostra libertà, in questo momento in cui stiamo guadagnando terreno e stiamo per sostituire la vecchia generazione, cosa avremmo realizzato? Dobbiamo metterci in testa che siamo noi i CEO di domani, e che è il nostro momento per dettare nuove regole.
E se regole non ce ne fossero? Se cavalcassimo il body positive che sta contraddistinguendo la nostra generazione accettando tutto quello che è diverso, per far sentire accettati tutti? Forse da una velleità come il mondo della moda potremmo sensibilizzare l’opinione pubblica su argomenti ben ben più importanti.
Quindi sì, per me indossare un paio di sneakers durante una riunione importante è un segno di ribellione (soft certo…) non di trasandatezza. Anche perchè trasandata non cerco di essere. Cerco solo di essere me stessa sempre.
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*Che poi sappiatelo che siamo solo in Italia così fissati con l’essere formali, perchè ogni volta che ho fatto riunioni “internazionali” gli architetti stranieri sono tutti molto casual, quindi…
Architetto ed esperta di storia del Westeros.
Ama: i tatuaggi, la musica dei The Cure, giocare il guerriero a D&D e nuotare (male).
Odia: le cose brutte, quando nei film salgono sul letto con le scarpe, i dolci senza il cioccolato e le sopracciglia sottili.