Recentemente ho guardato diversi video e letto qualche libro sul minimalismo e devo dire che quelli che mi sono piaciuti, quelli che davvero mi hanno apportato beneficio da questo punto di vista, sono davvero pochi. La maggior parte dei video sul minimalismo ha dei contenuti piuttosto banali che potremmo definire in due categorie: gli ingenui e i fuorvianti.
I minimalisti della domenica
Gli ingenui sono quei contenuti di chi, entusiasta, ha appena scoperto il minimalismo ed è passato dal possedere tanto, troppo, poco pensato, a riflettere un pochino di più. Il web è pieno zeppo di “diventa minimalista in 5 mosse” “10 cose che un minimalista non farebbe mai” “10 cose che non compro più” “10 cose di cui ne possiedo soltanto uno” ecc… Ho visto tantissimi video fotocopia davvero banali e poco stimolanti, che davvero oltre a “non ti servono 10 rossetti rossi!” e “non ti servono 10 cover del cellulare” non apportano grandi significati. C’è davvero bisogno che qualcuno ci dica qualcosa di così buonsenso? Lo so, sono partita un po’ polemica e la sto prendendo larga, ma mi sono davvero stupita che così tanti sedicenti minimalisti abbiano letteralmente inondato il web di contenuti tutti uguali. Mi verrebbe da dire, a queste persone, ingenuamente entusiaste sicuramente, che non ci servono 10, 100 video tutti uguali (suppergiù). Il motivo principale per cui li trovo piuttosto inutili, è che ogni persona è diversa, per stile di vita, esigenze, lavoro, zona climatica… Il mio armadio sarà diverso da chi ama solo il nero, da chi non fa nessuno sport, da chi vive in California e può girare in calzoncini e infradito tutto l’anno. Mi sembrano discorsi ovvi e non arrivano al nocciolo del problema. Come se qualcuno andasse da qualcuno che soffre di disturbi di alimentazione, di fame nervosa e gli dicesse “hai già mangiato, non ti serve tutto quel gelato!”. Sarebbe molto più interessante sviscerare cosa c’è dietro l’acquisto compulsivo, ma questo è un campo molto variegato e scivoloso, secondo me. Da psicologi, direi, non da aspiranti guru.
I fuorvianti sono invece quelli che ti spiegano quanto hanno risparmiato con il minimalismo, quanto più sana sia la vita minimalista, e soprattutto quanto tu sia uno spendaccione e terribilmente senza forza di volontà, allora acquista la mia guida per la morning routine minimalista e cambia vita. Se la categoria sopra mi scoccia, questa mi fa proprio innervosire. I fuorvianti semplicemente hanno trovato funzionale il minimalismo per ottenere determinati obiettivi nella vita, e pensano di chiamare “minimalismo” qualcosa che in realtà si chiama: risparmiare, sobrietà, stile di vita sano, o in alcuni casi, persino tirchieria bella e buona. (Non farò nomi. Giulia SA). Essere minimalisti non significa (necessariamente) non andare più al cinema o rinunciare agli aperitivi con gli amici, o rinunciare al ristorante ecc…
Vedere i video di queste persone mi ha fatto venire l’orticaria e la voglia di andare da Tiger e poi da Zara e comprare tutto, tutto quanto!
Ora basta, mi sono sfogata, vado avanti con meno polemiche e più contenuto!
Gli oggetti superflui
Secondo Giulia (e io sono d’accordo) gli oggetti superflui si possono dividere in due categorie:
- Quelli di cui davvero te ne basterebbe solo uno, ma ne hai tanti perchè ti danno gioia, ti fanno piacere o ti “consolano”. In questa categoria rientrano i cosmetici, i profumi, il makeup, ma anche la cartoleria (quante penne servono per scrivere?), alcuni capi d’abbigliamento, le borse, le stoviglie, gli oggetti decorativi in genere ecc…
- Quelli che non sono assolutamente necessari per la vita quotidiana, ma sono indispensabili per praticare uno sport, per il proprio hobby ecc e quindi finiscono con l’affollare le case di chi pratica molte attività, soprattutto sportive e manuali. In questa categoria ci sono quindi le attrezzature sportive (possiamo vivere senza la racchetta da tennis o gli sci? Certo che sì, ma va da sè che dovremo noleggiare ogni volta l’oggetto che ci serve e potrebbe essere mooolto antieconomico e in alcuni casi impossibile) e tutte le attrezzature da hobby come lana, materiali creativi, colori per dipingere, attrezzatura per grossi lavori domestici o da giardinaggio…
La (mia!) filosofia minimalista
Ci ho pensato a lungo, e per me, il minimalismo resta qualcosa di più del “risparmiare” o “non hai davvero bisogno di tutti quegli oggetti”. Questo lo so, è un concetto piuttosto banale e non serve spiegarlo in cento modi (tutti uguali!).
Il minimalismo vero, quello che ti cambia davvero la vita, è quello che rende le tue scelte intenzionali. Il minimalismo è quello spunto che ti fa riflettere sugli oggetti che decidi di tenere nella tua vita, che ti danno gioia (come dice la Kondo) o che decidi di acquistare. C’è un modo di dire bellissimo in inglese riferito alle persone che tradotto suona più o meno così: Le persone entrano nella tua vita per una ragione, per una stagione, o per tutta la vita. Ecco, io l’ho traslata sugli oggetti:
Gli oggetti entrano nella tua vita per una ragione, per una stagione, o per tutta la vita
Per una ragione: che sia un oggetto decorativo che mi rende felice, che sia un libro che amo, che sia un utensile che mi è utile, non voglio più accettare di far entrare nella mia casa (e nella mia vita) oggetti senza un vero motivo. Oggetti acquistati solo perchè carini, di cui ho già delle varianti o che non svolgono le funzioni per cui sono stati progettati (e neanche altre, di solito). Qui sta l’essenza di Intenzionale. Voglio che gli oggetti di cui mi circondo siano pensati, utili, piacevoli, che rendano la mia vita migliore e mai peggiore. Che richiedano poca gestione (non devono essere troppi e invadere gli spazi di altri oggetti, uscire dagli armadi ecc) e che siano pensati.
Per una stagione: il vero minimalista compra solo un oggetto che gli durerà tutta la vita. Eddai, siamo seri: ci sono oggetti che non necessariamente devono rimanere nelle nostre vite per sempre. Abiti che non ci rappresentano più, per taglia o forme, libri che abbiamo letto con piacere ma che non rileggeremo… Non tutti amano “il caldo cappotto da 1000 euro color cammello che lascerai in eredità a tua figlia”. Alle volte, semplicemente, qualcosa che possediamo non fa più al caso nostro e colpevolizzarsi frustandosi con un cilicio non fa che aumentare il senso di colpa legato agli oggetti (e aumentare la possibilità che ce lo teniamo, perchè sai, è costato tanto e mi durerà tutta la vita!!!). Quello che conta, secondo me, è saperlo e imparare a:
- Limitare gli oggetti usa e getta per davvero e rifarsi al punto uno quando si acquista. Mi serve? Posso sostituirlo con un altro che abbia la stessa funzione? Lo userò abbastanza nel periodo in cui mi trovo? Lo voglio perchè devo gratificarmi per qualcosa?
- Trovare una nuova collocazione utile a ciò che desideriamo lasciar andare. Se sono oggetti in buono stato si possono regalare, rivendere o prestare a tempo indeterminato.
- Capire quando un oggetto ha esaurito la sua funzione, e imparare a lasciarlo andare senza sensi di colpa: il kindle sembrava una bellissima idea ma non ti ci trovi? Quel meraviglioso elettrodomestico non ha risolto il problema per cui lo avevi acquistato, oppure il tuo stile di vita è cambiato e non fa più al caso tuo? Eri appassionatissimo di sci ma ti sei disintegrato tutti i legamenti crociati che possiedi e il medico ti ha consigliato di passare alle bocce?
- Accettare che la vita è cambiamento, che gli oggetti davvero indispensabili per la sopravvivenza sono pochissimi, e che tutti gli altri possono subire molteplici variazioni quando la vita cambia, quando cambiamo lavoro, stato di salute, dimensione della famiglia, o semplicemente hobby e interessi.
Per tutta la vita: come la parte sopra, cum grano salis! Per tutta la vita non intendo necessariamente indossare lo stesso giaccone da qui ai miei 80 anni, ma che intendo prediligere acquisti pensati e fatti per durare nel tempo, per ridurre il fast fashion, ma anche e soprattutto gli acquisti emozionali. Quegli acquisti che faccio per colmare un vuoto di altro tipo, per premiarmi o consolarmi. Voglio davvero capire cosa mi sta succedendo dentro. Voglio quel rossetto perchè lo uso o perchè mi fa credere che sarà bellissima e io mi sento insicura perchè ho preso peso o i miei capelli stanno diventando bianchi o per qualsiasi altro motivo? Non voglio più riempire i miei vuoti con gli oggetti (per qualcuno sostituire la parola “oggetti” con “attività”) ma voglio sfruttare al 200% ciò che già possiedo, chiedermi se posso prendere un oggetto semplicemente in prestito o comprarlo usato, se fa più al caso mio, oppure se sì, lo voglio davvero e mi farà sentire meglio.
Le domande che mi faccio sul minimalismo
Qualche mese fa ho acquistato, mi sembra durante il Black friday, una 24 bottle clima. La volevo tantissimo, è verde, bellissima e tiene l’acqua fresca come piace a me. Oggi però sono un po’ pentita… Ma come mai? Mi piace ancora tantissimo, chiaramente sono super felice di possederla, ma mi sono resa conto che avrei potuto fare delle scelte diverse. Nello specifico io possiedo già una borraccia e mio marito due, in tre misure diverse, in più abbiamo un piccolo thermos da circa mezzo litro, che è suo. Mi sono trovata a chiedermi cosa mi ha spinto a volere una cosa, quando in casa ne ho già una perfettamente funzionante che svolge più o meno le stesse funzioni. Le risposte sono tante e diverse: per esempio l’ho voluta perchè mi piace che gli oggetti siano miei quando li uso, usare invece qualcosa di altre persone mi mette l’ansia perchè sono maldestra e ho sempre paura di perderlo o rovinarlo. Inoltre mi piace esteticamente molto più del piccolo e banale thermos che era già in nostro possesso. In questo caso dire semplicemente “Ne ho già uno” oppure “una borraccia basta” non serve a niente. Io sono io, ci sono persone che hanno 5 borracce e le usano tutte con funzioni differenti. Non avrei fornito alcuno spunto utile. E io stessa ci ho messo del tempo a capire questo piccolo aspetto di me. Mi sono dovuta concentrare per capire come mai ho fatto entrare nella mia vita quello che risulta un pochino essere un “doppione”. So che il discorso sembra anche un po’ esagerato… Dopotutto, è solo una borraccia. Eppure io credo che sia proprio in questi piccoli oggetti quotidiani che accumuliamo continuamente senza smaltirli, senza davvero usarli, che si annidino le questioni un po’ irrisolte e da cui partire per essere minimalisti un po’ migliori.
Quindi ora le cose che mi chiedo, prima di acquistare un oggetto sono:
- Possiedo già qualcosa che ha una funzione simile?
- Lo userò a lungo o solo per un breve periodo?
- Qualcuno che conosco può prestarmelo?
- Ha più senso ed è possibile noleggiarlo?
- Questo acquisto ha un grosso impatto ambientale?
- Posso acquistare un oggetto multifunzione che svolge anche questa e che mi serve di più/C’è già questa funzione in un oggetto che possiedo?
- Saprò dove metterlo, una volta acquistato?
- Quanta manutenzione serve a questo oggetto? Posso “spendere” tempo a prendermi cura di lui? Ne vale la pena?
Per qualcuno sono domande ovvie, per altri saranno esagerate, ma ci terrei davvero a sapere cosa ne pensate voi di questo tipo di riflessioni e cosa è per voi il minimalismo. Se apprezzate qualche youtuber in particolare che parla dell’argomento o se avete da consigliarmi qualche libro illuminante! Scrivetemi qua sotto, oppure sui nostri social! Tra qualche giorno, sul nostro Facebook, vi metto un video che mi è piaciuto moltissimo e che parla di intenzionalità e minimalismo.
Minimalismo e personalizzazione
Come dicevo sopra, tanti improbabili finti minimalisti vogliono dare delle etichette, dire che da minimalisti si risparmi (chi ha detto che comprare un solo maglione di cachemire vi faccia risparmiare su 4 maglioni di Zara?) o che solo certe attività siano da minimalista. Io penso invece che essere Minimalisti significhi essere intenzionali, semplificare e tornare all’essenziale (di oggetti, attività, abitudini) che per me può essere connesso con uno stile di vita slow living, per un altro può voler dire mollare tutto e viaggiare con solo il pc e il bagaglio a mano. Insomma il minimalismo significa (secondo me!) soprattutto imparare a guardarsi dentro ed evitare di perdersi in tutte le sovrastrutture che ci impone la società, con tutto quello che dobbiamo avere, fare ed essere. Il tutto senza giudizi perchè le scelte di altri sono diversi. Solo perchè io non sento la necessità di avere un determinato oggetto e per me, per il mio stile di vita non è essenziale, non significa che non lo sia per un altro o che vada necessariamente in contrasto con uno stile di vita minimalista.
Conclusioni di una minimalista mancata
Io non sono minimalista. E probabilmente non riuscirò mai ad esserlo, se non per cause di forza maggiore. Questa è stata una scoperta dolorosa, perchè desidero davvero semplificare e alleggerire la mia vita, ma: amo troppo certe categorie di oggetti (per esempio i libri) per liberarmene. Ho troppi hobby e interessi che presuppongono materiale da conservare, e detesto “buttare via” gli oggetti ancora buoni a cui non so trovare una collocazione, per esempio i cosmetici. Non potrei buttare via una crema o un docciaschiuma che mi piace solo perchè ne ho già più di un barattolo, quindi mi metto paziente a consumarli (vi svelo un segreto segretissimo: se non comprate sostituti e vi mettete d’impegno, i prodotti finiscono anche!). Il risultato è che la mia casa si sta sempre di più alleggerendo, ma non sarà mai una di quelle case vuote, con solo uno stand di abiti nei colori del crema e del marrone (che poi io manco ne ho, di vestiti marroni…) con 4 piatti d’uso quotidiano, un pc, un lettore kindle e basta. La mia sarà sempre più o meno una casa normale. E forse è un sollievo.
Se ti è piaciuto leggi anche:
2 anni di minimalismo nell’armadio
5 benefici non finanziari che derivano da una vita frugale
Scrittrice famosa (per ora solo nella sua testa…)
Ama: scrivere, salire a piedi nudi sul tatami, i vecchi videogiochi, il cioccolato e quando il d20 rotola finalmente sul venti.
Odia: il suo lavoro, le giornate con meno di nove ore di sonno, sentirsi ripetere le cose due volte e pesarsi.
Avevo già in parte risposto al commento su IG. Ora che leggo l’articolo non posso che concordare quasi su tutta la linea. L’unica tipologia di video del genere che ho trovato interessante nel tempo è quello del tipo “X cose che non compro più”, ma solo laddove ci sono delle motivazioni valide e che possano fungere da spunto. Tipo che so: non compro più smalti perché lascio le unghie al naturale o vado dall’estetista ogni mese. Oppure non compro più i dischetti struccanti in cotone perché sono passata ai pad riutilizzabili, più sostenibili. Insomma motivazioni fondate e spiegazioni che possano ispirare in qualche modo chi sta vedendo il video.
La rigidità di alcuni concetti non la trovo plausibile in quelli che si definiscono minimalisti. Magari si può essere minimalisti per certi ambiti della propria vita e non si può/vuole per altri per i più svariati motivi. Tutto sta ad analizzarsi e capire cosa ci riempie di gioia e cosa no. Una volta addirittura mi è capitato di sentire una minimalista direi che aveva buttato tutte le foto stampate e i disegni dei figli dopo averli scannerizzati. La cosa mi ha lasciata perplessa non poco. Per me buttare delle foto con persone a cui tengo e legate a momenti particolari è impensabile. Mentre faccio molta meno fatica a dire di no ad un ennesimo soprammobile che in realtà mi complica la vita in termini di ordine e pulizia e mi regala solo una gioia temporanea. Ma appunto è tutto soggettivo!
Concordo. Esattamente è così. Per esempio per me le foto non stampate sono quasi “inutili” nel senso che le sffoglio raramente, quindi sto facendo una selezione delle mie preerite per fare dei piccoli album che sicuramente sfoglierò volentieri. (Certo non tutte!) Infatti i video più utili sono quelli che danno motivazioni o suggerimenti per soluzioni a cui non avremmo pensato!