Qualche mese fa ho realizzato di avere davvero un problema con le mie mani: me le torturavo in continuazione, toccando le pellicine, tirandole, mordendole e così via. Il risultato è che avevo perennemente delle mani con un aspetto orrendo e questo scatenava ancora di più il circolo vizioso, per non parlare del fatto che non avessi idea di come fare veramente una nail care completa e avere cura delle unghie. Oggi, a distanza di qualche mese, la situazione è immensamente migliorata e sto scrivendo questo post proprio per spiegare quali sono stati gli step che mi hanno aiutata di più.
Onicofagia e dintorni: perché nella cura delle unghie tutto parte dalla testa
Sinceramente, non mi sarei definita una persona che si “mangia le unghie”, ma in realtà l’onicofagia può avere diverse forme e non è necessario avere il comportamento tipico di chi sgranocchia le unghie. Comportamenti come tirare le pellicine con le mani rientrano sempre nel campo nell’onicofagia. Al di là dei gusti personali in fatto di autocannibalismo, è ovvio che questo vizietto di torturarsi le mani parta tutto dalla testa: io per esempio ne ero preda o in momento di estremo nervosismo o di estrema noia. Il primo step infatti parte da qui: riconoscere che cosa scatena l’impulso, notarlo ogni volta che avviene, dare attenzione alle circostanze, osservare le proprie emozioni. Non vi dico che è tutto rosa e fiori e che semplicemente essere in grado di riconoscere l’impulso vi porti automaticamente a smettere, perché se fosse così avremmo risolto tutti i problemi di dipendenza nel mondo. Però portare consapevolezza al comportamento è il primo necessario passo per essere in grado di cambiarlo: se vi trovate a rosicchiarvi le unghie senza neanche pensarci o rendervi conto, la prima cosa da fare è proprio abituarsi a riconoscere il comportamento e l’emozione che l’ha scatenato. Io ho portato avanti l’attenzione a questo aspetto per almeno un mese, in cui ho dovuto attivamente resistere all’impulso di torturarmi le mani. Dopo questo periodo, il desiderio è scemato da solo, rendendo più facile la mia personale recovery per unghie sane e belle.
Secondo step: se non ci sono pellicine da tirare, non tirerò
Il secondo step per me ha richiesto un’attenzione scrupolosa alle mie unghie e alla zona circostante. Va bene riconoscere le emozioni e lavorare sulla parte psicologica, ma anche il comportamento può essere modificato partendo proprio dall’effetto: se sento col dito una pellicina so già che il mio cervello in automatico parte col volerla tirare via. E allora? Niente pellicina, niente tortura. Se non ci sono appigli, semplicemente non avrò nulla da torturare. Questo step per me si è tradotto in un periodo in cui controllavo rigorosamente le mie unghie e le limavo non appena sentivo un’asperità, che fosse unghia o pelle. Limare è la cosa migliore, per esempio con un buffer delicato che vada bene anche per le pellicine, perché tagliare una zona che spesso è già secca ed irritata porta solo ad altra irritazione. Purtroppo, l’ho imparato a mie spese.
Terzo step verso una vera cura delle unghie: impariamo l’anatomia dell’unghia
Un passaggio fondamentale per me è capire come fosse realmente composta l’unghia a livello anatomico. Ho scoperto cose incredibili (!) che possono essere riassunte in: quello che pensiamo di sapere delle unghie non è per niente vero. Per esempio, le pellicine che normalmente chiamiamo “cuticole” non sono cuticole (che è una parte molto più piccola) e quello che spesso togliamo da sotto le unghie pensando sia sporco è in realtà una fascia di cellule vive che protegge l’unghia da agenti esterni. Insomma, con le unghie, meglio andarci piano, soprattutto se sono in fase di recupero come lo erano le mie: è meglio una manicure delicata, senza l’uso di tronchesini e con movimenti gentili. Questo ci porta al quarto step.
Quarto step: manicure professionale sì o no?
Ci tengo a dare il mio parere personale: per me è stato un grosso Sì alla manicure professionale svolta da un’estetista, ma con dei caveat. La manicure professionale aiuta a dare una forma alle unghie, soprattutto se sono molto corte a causa dell’onicofagia. La forma giusta non è questione solo di estetica, ma è fondamentale affinché l’unghia assorba gli urti senza spezzarsi, cosa che potrebbe succedere frequentemente nel momento in cui si cerca di far crescere delle unghie che fino al giorno prima erano trascurate. Tuttavia, un’estetista troppo zelante potrebbe trattare le vostre mani animata dal sacro fuoco di rimuovere ogni singola pellicina di troppo, effettuando una manicure troppo aggressiva ed invasiva che, come spiegato al punto precedente, vanifica il risultato sperato. Consiglio: cercate attentamente un’estetista che vi soddisfi pienamente e chiedetele, in ogni caso, una manicure delicata. Un paio di mesi di manicure continue potrebbero decisamente aiutare a smettere con l’onicofagia. Discorso a parte per lo smalto, gel, semipermanente o normale. Qui trovo che sia una questione molto personale: una ricostruzione unghie potrebbe decisamente aiutare a smettere di torturarsi le mani, dando il colpo decisivo ad una brutta abitudine, ma non credo sia necessaria. Io mi sono fatta mettere il semipermanente una volta sola e ho capito che non fa per me: se proprio voglio del colore sulle unghie, preferisco lo smalto normale.
Quinto step: la routine giornaliera per la cura delle unghie
Quindi, ricapitolando: ipotizziamo di aver smesso di torturare le mani e di effettuare manicure troppo aggressive che aggravano soltanto il problema. Siamo andate in giro religiosamente con la nostra lima nella borsetta per limare immediatamente ogni asperità e per il resto ci siamo limitate a manicure delicate, fatte in casa o da una professionista. Ma la routine giornaliera in cosa consiste? Per me, le tre abitudini che hanno assolutamente svoltato la situazione sono queste:
- bagnare le mani il meno possibile (sì, ti devi mettere quei guanti)
- usare un olio per le cuticole più volte al giorno
- non usare le unghie come se fossero attrezzi (ti vedo, che stai cercando di rimuovere quell’etichetta…)
Queste semplici tre azioni permettono di: non disidratare continuamente le unghie mettendole a contatto con acqua e detergenti vari, reidratarle tramite l’utilizzo dell’olio e non fare subire shock meccanici in un momento in cui, poverine, stanno cercando di ricrescere.
I prodotti che in assoluto ho trovato più utili sono semplicemente due: un olio per cuticole (ce ne sono mille, di tutte le forme e dimensioni, come questo o questo o questo), da riapplicare anche più volte al giorno, diciamo ogni volta che mi ricordavo; e una crema a base di urea per aiutare l’idratazione e l’esfoliazione della pelle secca intorno alle unghie (per esempio, questa o questa), da applicare alla sera.
In questo modo, nel giro di qualche mese le mie unghie sono rinate, stanno crescendo e si stanno riattaccando al letto ungueale.
Se però vuoi altre informazioni sulla cura delle unghie, ti consiglio di cuore di seguire il canale youtube The Salon Life, dove ho appreso la maggior parte delle cose che ora so per avere delle unghie sane.
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