Fare meno: un sogno, un’utopia? A che prezzo? Si può fare di meno ma essere più produttivi?
Oggi ti voglio parlare di un libro che – non esagero – mi sta cambiando la vita. Il libro è Do Less e l’autrice è Kate Northrup. Purtroppo per il momento è disponibile solo in inglese (qui se lo vuoi acquistare), ma visto che il suo libro precedente è stato tradotto in italiano spero che anche questo arriverà nella nostra lingua! Il suo inglese comunque è colloquiale e non difficile, quindi se hai un livello medio non dovresti avere problemi 😉
Ma di che cosa parla Do Less? È un libro di crescita personale a tutti gli effetti e tratta il tema di come sia possibile rendere di più (nel lavoro ma anche nella vita privata) facendo in realtà di meno. Un controsenso? Secondo Kate no.
La storia dietro Do Less
Facciamo un passo indietro: Kate è una donna americana imprenditrice che ha una società insieme a suo marito e si occupano proprio di imprenditoria femminile e crescita personale. Kate guadagna quindi dalla vendita dei suoi corsi, dei suoi libri e delle sue consulenze, come anche il marito e tutti i loro dipendenti. Quando è rimasta incinta di loro figlia, ha continuato a lavorare come se nulla fosse, convinta di poter “avere tutto” – perchè in fondo un po’ tutte abbiamo quella convinzione di essere Wonder Woman no?
Eppure, mano a mano che proseguiva nella gravidanza, più si sentiva stanca. Al contrario delle sue aspettative (una gravidanza tranquilla e serena), la sua è stata all’insegna della spossatezza, ma lei non ha assecondato più di tanto questo bisogno naturale del corpo di rilassarsi e prepararsi all’arrivo della bimba. Ha continuato a lavorare, ma ad un certo punto è stata costretta a smettere perchè la stanchezza era diventata veramente troppa. Quando finalmente la bambina è nata, le cose sono andate peggiorando drasticamente: se prima era “soltanto” molto stanca, dopo il parto si è trovata con una neonata che non dormiva e piangeva in continuazione – anche a causa di alcune patologie di cui soffriva. La stanchezza e il senso di fallimento sono andati peggiorando, insieme all’incapacità di accettare aiuto. Quando ha toccato il punto più basso, Kate ha deciso che doveva risalire e trovare un nuovo modo per affrontare la vita, un modo che fosse compatibile con il suo essere donna, madre ed imprenditrice. Potete immaginare il suo shock quando lei e suo marito hanno scoperto che durante il primo anno di vita della loro bambina i loro guadagni non erano affatto diminuiti, ma anzi! Eppure, entrambi avevano lavorato meno della metà del solito per poter stare dietro ad una bimba insonne e malata. In qualche modo, erano stati in grado di scegliere le attività importanti su cui concentrarsi e avevano lasciato perdere tutto il resto. Un vero e proprio decluttering, ma in senso lavorativo. Ci si interroga sulla domanda: è possibile cambiare la mentalità workaholic di oggi? È possibile ottenere gli stessi risultati ma facendo meno? È possibile ascoltare il proprio corpo e onorare le sue esigenze, di riposo e di “ricarica”?
Da questa esperienza nasce il libro Do Less: lo scopo di Kate è proprio condividere le strategie che permettono di fare sempre meno ed essere sempre più produttive, per lasciarci lo spazio di essere mamme E imprenditrici/lavoratrici senza essere per forza esaurite. Il libro in realtà è anche molto più di questo, perché propone una strategia a 360° per affrontare la vita come donne, sfruttando l’energia e il tempo a proprio favore per potersi concentrare su ciò che conta davvero. È un libro solo per mamme imprenditrici? Il target è quello, ma la mia risposta è no. Le soluzioni di Kate sono talmente vaste che si adattano a qualsiasi donna, io l’ho trovato utilissimo infatti e non sono né madre né imprenditrice.
Ora vediamo le strategie che mi sono piaciute di più di tutte quelle elencate nel libro, ma ti assicuro, quest’opera è una vera e propria miniera di consigli ed informazioni!
Fare meno organizzando l’energia, non il tempo
Nel sistema di Kate, energia guadagnata equivale sempre a tempo guadagnato. Perché se fai una cosa quando sei stanca e svogliata stai soltanto iniziando un circolo vizioso che porterà ad altre cose negative. O per dirla con le sue parole:
Quando stai sprecando la tua energia nel buttarti giù, o nel buttare giù qualcun altro, cercando di cambiare qualcuno, o cercando di fare qualcosa di cui in realtà non ti frega nulla, non solo hai meno energia per quello che veramente ti importa, ma hai anche una tendenza ad avere problemi nel concentrarti, a perdere la tua capacità creativa e a sentirti non ispirata.
Sfruttare l’energia invece che il tempo ci porta a vivere in un modo completamente diverso, consapevoli di ogni giorno e di come la nostra energia e la nostra ispirazione può cambiare nel tempo. Un giorno ci sentiamo leoni e il giorno dopo gattini? Va bene così. Sfruttiamo i momenti da leone e accoccoliamoci in quelli da gattino. Andare nella stessa direzione del flusso invece che andare sempre controcorrente, alla fine dei conti, è la soluzione che ci lascia più felici e con più tempo libero.
Fare meno semplificando la tua to do list
Ahhh, quanto ci piacciono le liste infinite di cose da fare! Peccato che poi non arriviamo in fondo a nessuna di esse e spesso ci buttiamo giù guardando tutte le voci ancora da completare (vedi punto precedente). Cosa puoi fare per fare effettivamente MENO ma senza rinunciare alle attività importanti? Kate consiglia di sfoltire la propria to do list facendosi tre domande semplici:
– questa cosa, deve essere fatta?
Infatti, spesso mettiamo nella lista cose del tutto superflue, o come direbbero alcune, perdiamo tempo a pettinare le bambole invece di concentrarci su quelle 3-4 cose che renderebbero la nostra vita effettivamente migliore. Se hai mai pulito le fughe del bagno piuttosto che affrontare una cosa importante, sei nel team e sentiti chiamata in causa.
– se deve essere fatta, deve essere fatta da me?
Non è scontato! E si collega al prossimo punto. Di tutte le attività che devi fare, non puoi delegare proprio nulla, gratuitamente ad amici, parenti, marito/compagno o a pagamento a professionisti? Kate fa addirittura una lista di attività che possiamo delegare! So che sembra shockante, ma il punto è proprio lì: se non lasciamo andare le manie di perfezionismo e non impariamo a delegare, la vita sarà sempre difficile e logorante.
– se deve essere fatta da me, deve essere fatta proprio ora?
Alt: non è un invito alla procrastinazione! Si parla di sfoltire la to do list infinita, non di darci la scusa per guardare Netflix piuttosto che lavorare ai nostri sogni. Il consiglio qui è di individuare le attività importanti ED urgenti e togliersele come prima cosa, rimandando quello che può aspettare come, bho, guardare tutto il catalogo in offerta di Zalando (shame on me).
Chiedi aiuto, ed impara come fare
Ahi, ahi, ahi. Chiedere aiuto, che cosa orribile vero? Se come me preferiresti amputarti una gamba piuttosto che chiedere aiuto a qualcuno, sono sicura che questo consiglio risuonerà dentro di te.
Eppure Kate aggiunge qualcosa di molto interessante: il punto del chiedere aiuto non è soltanto farlo, ma anche farlo nella maniera corretta. Le tre parole chiave in questo caso sono: spesso, per tempo e gentilmente. Spesso si commenta da sola: se non hai mai chiesto aiuto tuo marito (esempio) potrebbe rimanere molto stranito dalla tua improvvisa necessità di soccorso. Se impari a chiederlo spesso (senza essere eccessiva) le persone saranno già abituate. Per tempo è fondamentale: se ti serve aiuto, lo devi chiedere con anticipo, non pretendere che qualcuno accorra quando tu sei già nei casini e non c’è un minuto che avanza. Gentilmente, infine, è fondamentale per una buona educazione e per coltivare il rispetto reciproco.
L’idea da rubare: Kate e suo marito fanno un mini incontro la domenica sera, in cui ripercorrono i rispettivi calendari della settimana a venire e controllano se hanno bisogno di aiuto reciproco e se tutto fila liscio come l’olio. Es: “Allora la porti tu la macchina dal meccanico lunedì?” “Il bimbo rimane scoperto per un’ora il mercoledì, chiamo io la baby sitter.” “Giovedì abbiamo ospiti a cena, riesci a fare la spesa entro le 18?”
Ho rubato immediatamente questa idea perchè faceva proprio al caso mio, ed è un ottimo modo per fare squadra quando si è in coppia!
Programma con un occhio al ciclo mestruale
Infine, la prima idea con cui si apre il libro è proprio questa: sei una donna, sei ciclica, sei influenzata da tuoi ormoni. I tuoi livelli di energia non saranno sempre gli stessi per tutto il ciclo e anche la tua predisposizione verso certi tipi di attività cambierà lungo il mese. Quindi, perchè non abbracciare questa condizione e farne un punto di forza?
Dell’argomento abbiamo già parlato anche qui su S&P, per cui ti consiglio di andare a rivedere il nostro post. Il consiglio di Kate è cercare di programmare un 20-25% delle attività settimanali in linea con la fase del ciclo in cui ci troviamo: per la fase follicolare attività di networking, parlare in pubblico, lanciarsi nei progetti e così via, per la fase luteale essere introspettive, ridefinendo i dettagli e chiudendo i progetti, e durante le mestruazioni dedicarsi a valutare quello che si è fatto e prendersi il meritato riposo.
Cosa dici, ti ha convinto questo nuovo modo di affrontare la vita e la gestione del tempo? A me è piaciuto un casino e sto cercando di implementarlo il più possibile nella mia vita. Dimmi cosa ne pensi e quale strategia ti è piaciuta di più nei commenti!
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Ricercatrice universitaria, quindi la sua vita è fatta di ansia, procrastinazione e studi di genere.
Ama: impegnarsi in qualcosa, la musica indie italiana, fingere di essere un gatto e il caramello salato.
Odia: le brioche con poco ripieno, il lunedì mattina e il piumone freddo d’inverno.
Bell’articolo, grazie di averlo pubblicato Ma le teorie dell’autrice sono applicabili anche in caso di lavoro dipendente? Sono impiegata in un ufficio, ma purtroppo tutte le volte che provo a organizzare il mio lavoro mi salta la programmazione per una (spesso solo presunta) urgenza di un qualche cliente. C’è qualche suggerimento nel libro per fare fronte agli imprevisti? Grazie in anticipo!
Pamela ci chiede: Bell’articolo, grazie di averlo pubblicato Ma le teorie dell’autrice sono applicabili anche in caso di lavoro dipendente? Sono impiegata in un ufficio, ma purtroppo tutte le volte che provo a organizzare il mio lavoro mi salta la programmazione per una (spesso solo presunta) urgenza di un qualche cliente. C’è qualche suggerimento nel libro per fare fronte agli imprevisti? Grazie in anticipo!
Sì, secondo me sì, perchè i principi che spiega sono validi ovunque. Poi certo se una ha un’attività in proprio e soldi da spendere (ad esempio per delegare alcune attività) ha più spazio di manovra, ma i consigli io li ho trovati generali. Per gli imprevisti non saprei, a parte il focus sulla programmazione preventiva che ha davvero un ruolo importante nel sistema di Kate!
– Giulia