È un po’ di tempo che non aggiorno la mia rubrica Obbiettivi, non sogni!, ma oggi voglio farlo per parlarvi un po’ di come è andato il mio 2019 e di cosa ho cambiato nel mio metodo. In particolare, mi riferisco a questa puntata in cui avevo spiegato cosa uso per programmare e tracciare i miei obbiettivi. Vediamo cosa è cambiato da quel giorno e come riesco ad organizzare i miei obbiettivi ora 🙂
Che cosa è veramente un obbiettivo?
Prima di capire come organizzarlo, dobbiamo capire cosa diamine sia un obbiettivo. Non è semplice come sembra. C’è infatti un problema, con il quale mi sono dibattuta e arrovellata nel 2019, che si può riassumere così: se un obbiettivo, per essere efficace, deve essere Specifico, Misurabile, Raggiungibile, Realistico e con una data di scadenza (in inglese questi aggettivi compongono la parola SMART), come avevo già spiegato nella prima puntata, come facciamo con tutte quelle cose che vorremmo nella nostra vita ma che non possono avere queste caratteristiche? Te la faccio breve: non ho (ancora) la risposta. Ma ci sto lavorando.
Quel che è certo, è che non possono essere trattati come obbiettivi – e questo è stato il mio più grande errore del 2019. Mi ero prefissata alcuni traguardi che non erano palesemente in mio potere, non al punto da poter avere una data di scadenza almeno.
Organizzare obbiettivi o fissare abitudini?
Ho imparato l’errore e nel 2020 mi sono organizzata in questo modo, aiutata anche dall’utilissimo corso New Year New Me di Alice’s Lifestyle (per ora è concluso, ma segnati il nome ed iscriviti all’edizione 2020 perchè è una bomba!):
– gli obbiettivi propriamente detti, chiamati anche “progetti“, rispettano le caratteristiche SMART e sono quasi del tutto in mio controllo. Per la precisione ne ho 5: uno di risparmio economico, uno è lavorativo, il terzo riguarda ricominciare a guidare (ecco, l’ho detto), il quarto è un progetto personale top secret e il quinto infine è una certificazione linguistica.
– la parola dell’anno, che ho trovato grazie al mini corso gratuito di Susannah Conway – che consiglio a tutti! La parola dell’anno racchiude il modo in cui mi voglio comportare nel 2020 e il modo in cui mi voglio sentire. Mi aiuterà quando deve prendere decisioni, piccole o grandi che siano, e contribuirà a plasmare la me-del-2020-che-è-più-matura-della-me-del-2019. Non te la rivelo, perchè è una cosa personale. Alla parola dell’anno ho unito anche una moodboard per aiutarmi a focalizzare tutti gli stati d’animo che voglio sperimentare e la persona che voglio essere. A questa parte è delegata la crescita personale più personale e spirituale, secondo me.
– le abitudini su cui voglio lavorare che esulano da quelle funzionali a raggiungere i miei progetti. Insomma, è ovvio che per ottenere la certificazione linguistica che voglio dovrò inserire lo studio della lingua come abitudine settimanale, ma ci sono anche altre cose che mi fanno stare bene e mi fanno sentire me stessa che non rientrano negli obbiettivi SMART, come già detto. Fare una buona routine di skincare mattina e sera, per esempio, oppure seguire la mia routine mattutina fatta di stretching, meditazione e scrittura, ed ancora fare sport in maniera continuata e consistente. Non sono progetti, sono stili di vita che voglio adottare ora e portarmi dietro per sempre (o quasi).
Spero che la differenza ti sia chiara, ma ti faccio anche un esempio:
Voler dimagrire di 10 kg entro novembre 2020 e per farlo iscriversi in palestra e seguire una dieta (ma rimanendo felici, come ci insegna Pam!) è un progetto.
Voler fare sport 3 volte a settimana perchè ci aiuta a scaricare lo stress e ad essere più sereni è un’abitudine, e non ha scadenza.
Tutto chiaro?
Organizzare concretamente gli obbiettivi
Come avrai notato, quindi, ho “spezzettato” quelli che vengono chiamati comunemente obbiettivi in alcune sottocategorie. Questo lavoro di analisi e introspezione mi è stato molto utile per capire meglio chi voglio essere e su cosa posso e voglio lavorare. L’organizzazione del tempo quindi risentirà di questa riflessione, perchè il fine diventa qui tenere insieme tutte le varie “anime” della crescita personale: progetti, altre abitudini, emozioni che vogliamo provare e così via. Ecco come ho organizzato io il tempo:
1. Prima di tutto, per ognuno dei cinque progetti ho stilato una sotto-lista di task più piccoli (subtask o step, chiamateli come volete!) che mi possono portare dal punto A al punto B. Ragionando in questo modo e seguendo i consigli di Alice (vedi sopra), ho stabilito a quali step volevo arrivare entro i primi tre mesi del 2020. Questa cosa dei tre mesi non è campata per aria: tre mesi sono un tempo ideale per realizzare un piccolo obbiettivo o fare passi significativi verso uno grande. Tre mesi è un orizzonte di tempo perfetto per organizzare la propria vita senza farsi prendere dalla mania di controllo. Quindi, ho deciso “dove” voglio arrivare entro il 31 marzo e ho lasciato perdere la visuale più grande dell’anno. Questo step mi ha aiutata tantissimo specialmente con obbiettivi che mi incutono molto timore (ehi, guidare, sì, dico a te!) e che non riuscirei ad affrontare da capo a cima. Dall’organizzazione trimestrale a quella mensile il passo è breve, basta realisticamente pensare a dove potremmo arrivare entro un mese. Questo ragionamento che si basa sullo “spezzettare” le cose in bocconi più digeribili aiuta ad essere concreti e realistici!
2. A questo punto ho quindi un’idea di cosa voglio fare nel mese: ci saranno alcuni abitudini da portare avanti e alcuni step relativi ai progetti da completare, e non fare l’errore che facevo sempre io: c’è anche il tempo per il riposo, per il relax, per fare quell’attività che ti piace tanto e ti ricarica, per stare con le persone che ami. Essere goal-oriented è una gran cosa, ma per raggiungere i nostri obbiettivi dobbiamo avere energie! Quindi dobbiamo riposare, scaricare lo stress e ricaricare le pile. Nutrire anche il nostro lato spirituale. Non dimenticare di essere un po’ bimbi. Per questo motivo quando stilo la lista mensile inserisco anche una sezione “divertimento”, dove segno le cose belle che vorrei fare entro la fine del mese. Magari non ci riesco, ma ti assicuro che aiuta a cambiare prospettiva!
3. Calendar blocking amore mio. Come già dicevo nella prima puntata di questa serie, è importante tenere traccia di quello che dobbiamo fare e il calendar blocking è davvero un ottimo strumento. Consiste nell’occupare visivamente degli slot di tempo sul proprio calendario per le varie attività, se usi Calendar o simili sarà comodissimo, ma anche con un calendario cartaceo è possibile. In questo caso, potresti aggiungerlo al tuo centro di comando domestico.
I vantaggi sono tantissimi:
– ti ritrovi l’organizzazione di massima della settimana già fatta, perchè avrai inserito tutti i tuoi impegni, le abitudini che vuoi portare avanti, il tempo per realizzare i tuoi progetti ecc.
– ti renderai conto di quanto veramente ti impiega una certa attività, dopo di chè potrai decidere di dedicare consapevolmente più tempo oppure di ridurla.
– non potrai sovra-caricare il calendario: se hai un appuntamento alle 9, dovrai considerare anche il tempo di raggiungere il luogo prefissato, quindi la tua routine mattutina non potrà finire alle 9 precise. Non puoi ancora smaterializzarti, mi dispiace. Dovrai lasciare i giusti tempi vuoti tra un impegno e l’altro, evitando quindi di sovraccaricarti di cose che non riuscirai a portare a termine.
– ogni volta che ti si presenterà l’occasione di un impegno, potrai controllare il tuo calendario e decidere di conseguenza. Detto in altri termini: non ti stupire se non riesci mai ad andare in palestra alla sera se accetti tutti gli inviti agli aperitivi che ti vengono fatti. Sii consapevole, e decidi come impiegare il tuo tempo, spostando di conseguenza gli slot di tempo.
– niente rischia di rimanere indietro: alla fine del giorno, controlla se hai effettivamente svolto tutto e se qualcosa è rimasto indietro sposta lo slot di tempo dedicato ad un altro giorno.
– potrai rispondere alla fatidica domanda: ma il tempo, dove finisce??
A questo punto, quindi, ho deciso che progetti portare a termine nel 2020, che abitudini voglio coltivare che esulino dai miei progetti e a quali aspetti di me dare spazio. Ho elencato dei subtask realizzabili e sulla base di questi ho stilato la lista di cose che voglio fare nel mese. Le ho inserite su Google Calendar sotto forma di slot di tempo dedicato a ciascuna attività (se te lo stai chiedendo, sì, anche il divertimento e il relax, se sei una come me che non stacca mai). L’organizzazione settimanale è praticamente già fatta: basterà un’occhiata al volo a Calendar per capire che devo fare. Non rimane che una cosa.
4. L’organizzazione puntuale della settimana la faccio sulla mia fedele agenda. Potrei continuare ad utilizzare Calendar ma amo carta e penna e sono una fanatica del metodo Bullet Journal, quindi no. Nella mia agenda settimanale dettaglio le varie attività e organizzo la gestione dei singoli compiti (non perderti il nostro post su come organizzare l’agenda!). Per farti un esempio, su Calendar potrei trovare la seguente organizzazione: routine mattutina, lavoro, un’ora dedicata al blog e così via. Sull’agenda decido che: per lavoro devo finire quel progetto, scrivere quella cosa e contattare Tizio, e nell’ora dedicata al blog devo scattare le foto per Instagram. Micromanaging, detto in altre parole. E poi vuoi mettere la soddisfazione di smarcare un’attività a penna? Le varie attività vengono decise grosso modo ad inizio della settimana, il lunedì mattina, mentre l’organizzazione precisa del singolo giorno la faccio alla sera prima o alla mattina stessa.
La morale sull’organizzare gli obbiettivi
C’è la morale, ebbene sì! Ed è questa: suddividere e ri-suddividere le attività ci consente di poterci dimenticare del Grande Piano per il 2020 per concentrarsi su ogni singolo, piccolo, limitato giorno. A me questa cosa solo a scriverla fa tirare un sospiro di sollievo, guarda. Dividere le attività in annuali, trimestrali, mensili, settimanali ed infine giornaliere per me è il modo per guadagnare tempo, energia e sapere sempre che cosa va fatto, con uno sforzo minimo. Adoro questo metodo perchè, dopo aver impostato tutto, devo soltanto pensare a portare avanti quella manciata di cose giornaliere – che a questo punto, sì, mi sembrano perfettamente fattibili.
L’altra lezione che ho imparato, come già dicevo, è che il tempo per il riposo è ugualmente importante: per questo motivo da quest’anno nella mia organizzazione sono entrate cose come la routine mattutina, le gite fuori porta, le serate di coppia, il tempo per leggere, gli amici, e così via. Devi mantenere un equilibrio tra le due “anime” della crescita personale: va bene essere produttivi, ma ti devi anche divertire e trovare il tempo per le cose che danno veramente significato a quello che fai.
E con questa consapevolezza, per me del tutto nuova, ti saluto e ti aspetto nei commenti per dirmi cosa ne pensi di questo metodo e quali obbiettivi vorresti realizzare nel 2020!
Trovi gli altri post di questa serie qui!
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Ricercatrice universitaria, quindi la sua vita è fatta di ansia, procrastinazione e studi di genere.
Ama: impegnarsi in qualcosa, la musica indie italiana, fingere di essere un gatto e il caramello salato.
Odia: le brioche con poco ripieno, il lunedì mattina e il piumone freddo d’inverno.