Tra i miei buoni propositi di quest’anno c’era quello di leggere di più. E sì, io sono quel tipo di persona che crede molto, moltissimo, nei buoni propositi!
Mi sono anche iscritta alla Challenge di Goodreads, che permette di stabilire il numero di libri che vuoi leggere nell’anno a venire e di tenerne traccia mano a mano che vai avanti. In un momento di ottimismo, ho impostato questo numero su 25 libri.
“Insomma, dai, sono circa due libri al mese, ce la posso fare.”
“Mal che vada aggiungo anche i fumetti…”
“Dai, metterò anche i libri per la tesi, e sono a posto.”
“Ma, poi, i lettori forti non erano quelli di un libro al mese? Non voglio mica fare la supereroina…”
Sì, ho un dialogo interiore molto interessante, lo so.
Fatto sta che passa gennaio, con gli esami, passa pure febbraio, sempre con gli esami, e arriva marzo senza che il contatore si muova di un passo dal famigerato numero ZERO.
Ho iniziato un sacco di libri e poi, per un motivo o per l’altro, me li sono trascinata per i primi tre mesi dell’anno.
No questo è troppo triste adesso non ne ho voglia.
No questo è troppo leggero.
No questo è troppo pesante.
No questo è scritto piccolo.
Il mio dialogo interiore è anche particolarmente auto-giustificativo, come potete vedere.
Da marzo, tuttavia, qualcosa si è sbloccato e ho ricominciato a leggere! Non dico che sto recuperando ma quasi, anzi sono disposta a condividere qualche trucco se anche voi avete il “blocco del lettore”.
Da questa famigerata lista ho intenzione di illustrarvi i libri che mi colpiscono di più. Iniziamo da quello sicuramente più anomalo:
Life and Death, Twilight reimagined di S. Meyer:
(contiene spoiler della saga di Twilight, chevelodicoafare?)
Ebbene sì, QUELLA Stephenie Meyer. Questa è la versione che già conosciamo tutti (la conosciamo tutti, vero?) di Twilight, ma dove tutti i personaggi sono stati scambiati di sesso. Invece di Bella ed Edward, abbiamo Beau e Edythe. Invece di Jacob, Julie. E così via…
Come mai questo cambiamento?
La Meyer ha voluto rispondere in questo modo alle molte critiche che aveva ricevuto, il cui nocciolo era il fatto che Twilight fosse una saga sessista, dove la protagonista femminile fa di tutto pur di conquistare l’amore della sua vita, incurante dei rischi per la propria incolumità, dimenticando famiglia ed amici etc etc… Quindi, la Meyer che fa? Dice “oh guardate che se cambio i sessi dei personaggi la storia rimane uguale, quindi non sono sessista!”.
Ora. Io ho letto la saga da ragazzina e mi era piaciuta abbastanza, era scorrevole e carina. Sicuramente molto lontana dall’essere un capolavoro della letteratura e con evidenti falle di stile e trama, penso sia comunque un’opera godibile quando hai 14 o 16 anni.
Come femminista, tuttavia non posso che essere d’accordo alle critiche che ci sono state: Bella non brilla esattamente in quanto ad autodeterminazione ed empowerment femminile. Anzi, ci sono parecchi passaggi molto disturbanti sotto questo punto di vista, come l’atteggiamento paternalistico di Edward, il tentato suicidio di Bella, il parto di Renesme… Chi ha letto la saga capirà sicuramente quello che sto dicendo.
In generale, forse, più che di sessismo si dovrebbe accusare la Meyer di aver dato vita ad una relazione morbosa e fortemente sbilanciata fra i due protagonisti, dove entrambi cercano di imporre le proprie scelte all’altro.
Cosa cambia in Life and Death?
Bhe, a parte il sesso dei personaggi, ovvio!
Io e l’Inquilino l’abbiamo letto quasi in contemporanea e siamo stati concordi nel dire: Edythe è un personaggio bellissimo. Ovviamente è una Mary Sue all’ennesima potenza (leggi anche il nostro post Cosa è una Mary Sue e perchè non ne abbiamo bisogno): è bellissima, simpaticissima, levissima, potentissima e chi più ne ha più ne metta.
Beau è sempre lo sfigato appena trasferito, che inciampa ovunque.
Il punto è proprio quello, però: leggere di una vampira centenaria che salva la vita ad un ragazzo qualsiasi sollevando un pick up a mani nude ti fa tirare un sospiro di sollievo, in un mondo dove alle ragazze viene insegnato che essere forti è da maschi e che le fanciulle sono quelle in difficoltà che devono essere salvate. Ovviamente, come nel libro originale, Edythe protegge e aiuta Beau in tutti i modi possibili.
Alcune cose sono diverse rispetto alla trama originaria: Beau va comunque a vivere a casa del padre, ma l’autrice spiega il perché di questa scelta in maniera ragionevole; inoltre Beau diventa un vampiro alla fine del romanzo, probabilmente per chiudere l’esperimento letterario senza lasciare punti interrogativi.
Altri due cambiamenti invece credo possano essere “accusati” di sessismo: Beau ed Edythe parlano dell’impossibilità di avere rapporti sessuali al primo appuntamento (perchè, Stephanie cara, presupponi per caso che un ragazzo abbia degli istinti diversi rispetto ad una ragazza? Dicci, dicci) e i Volturi sono formati da due donne e un uomo e sono presentati come portatori di pace e ordine nel mondo dei vampiri, togliendo loro gran parte della patina di pazzi sanguinari che invece hanno nella saga – di nuovo, Stephanie, credi forse che le donne in quanto tali siano più buone degli uomini?
Perché scrivere una storia gender-bend non risolve i problemi?
Perché non basta invertire il sesso per avere una storia “uguale”. Parafrasando una frase celebre, nessun libro è un’isola. Fermo restando il diritto di un autore a scrivere quello che vuole e a dipingere i suoi personaggi nel modo che preferisce, bisogna anche pensare che un’opera si inserisce un contesto culturale e sociologico complesso, fatto di rimandi, citazioni, significati, archetipi.
Twilight mette in scena una trama molto classica: lui salva lei, lei è disposta a morire per amore etc… Se inverto i sessi e pubblico la storia, non ha lo stesso impatto.
Una delle lenti con cui guardiamo il mondo è la percezione del genere. Leggere di lei che salva lui o lui che salva lei non è la stessa cosa, perché a priori non attribuiamo a lui e a lei caratteristiche identiche. Probabilmente in un mondo perfetto, antisessista, senza discriminazioni di genere, leggere Twilight o Life and Death non farebbe né caldo né freddo.
Purtroppo, visto che quel mondo ideale non esiste, bisogna fare i conti col tipo di modello che si sta presentando al pubblico, specie quando esso è formato dai cosiddetti “young adults”, nel caso Meyer questi giovani adulti sono in larga prevalenza ragazze adolescenti, che leggono per l’ennesima volta di lei che viene salvata, lei che non sa fare nulla, lei che vive solo per amore, lei che è disposta a sacrificarsi, rinforzando un modello che è vecchio come la notte dei tempi ed è limitativo per il loro immaginario.
Ma soprattutto, penso che l’operazione Life and Death non abbia funzionato perché gran parte dei nodi problematici di Twilight non sono nel primo libro. La cosa più inquietante che succede è forse lui che spia lei dormire, tutto il resto accade nel resto della saga.
Queste sono le ragioni per cui questo esperimento non mi ha convinta.
È stata comunque una lettura piacevole, un po’ perché mi ha fatto fare un tuffo nell’adolescenza, un po’ perché mi sono divertita ad immaginare i protagonisti come li descrive in questa versione gender-bend. Ma se volessi leggere una storia con protagoniste femministe, leggerei altro, per esempio questi libri qui!
Se potessi fare un piccolo appello, direi: Stephenie, vogliamo più Julie Black*. Decisamente più Julie.
* la versione femminile di Jacob Black.
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Ricercatrice universitaria, quindi la sua vita è fatta di ansia, procrastinazione e studi di genere.
Ama: impegnarsi in qualcosa, la musica indie italiana, fingere di essere un gatto e il caramello salato.
Odia: le brioche con poco ripieno, il lunedì mattina e il piumone freddo d’inverno.