Questa è stata un estate all’insegna del body liberation, anche grazie alla splendida campagna #shortpertutt* e #pelipertutt* promossa dalla pagina Facebook Abbatto i Muri, che ha fatto molto discutere sul tabù dei peli comemammacihafatte per noi donne. Vorrei condividere con voi la mia esperienza personale sull’argomento.

Questo inverno ho iniziato ad andare in piscina con una certa regolarità e di frequente. Quattro volte alla settimana, due per il corso di nuoto e due per acquagym. Per cui mi sono trovata costretta, in bene diciamolo, ad abbandonare la cattiva abitudine del rasoio e passare alla ceretta. Il problema è che per fare una ceretta ben riuscita bisogna aspettare che i peli siano belli lunghi e rigogliosi. I miei dall’ultimo rasoio all’appuntamento con l’estetista ci hanno messo circa due settimane, che ho vissuto come ragazza con i peli sulle gambe.

Voi direte, tutte noi abbiamo i peli sulle gambe. Ok, ma sinceramente non mi era mai capitato di uscire in pubblico con una ricrescita simile ai polpacci di un uomo peloso. L’esperienza mi ha imbarazzato ma allo stesso momento è stata liberatoria. Partiamo da due presupposti:

1- Per quanto liberale e sostenitrice dell’accettazione di se stesse come si è, della liberazione della cellulite e della ciccia, non penso riuscirei a non depilarmi. Proprio non mi piaccio.

2- Per quanto tutto quello sopra se vedo una di quelle coraggiose ragazze che non si depilano mai con i pantaloncini corti fiere dei loro morbidi e rigogliosi peli ammetto che mi ci cade l’occhio. Non le giudico ma attira la mia attenzione essendo una cosa abbastanza rara per ora.

Bene, vivendo una settimana come quelle intrepide ragazze pelose, mi sono sentita osservata. E ho sfoggiato le mie gambe non depilate solo in piscina, il che significa pochi minuti prima di entrare in vasca e giusto il tempo della doccia dopo. Se fosse stata piena estate non penso proprio sarei riuscita ad uscire di casa con i pantaloncini corti o un vestitino, proprio di no. Ma saltare la piscina per i peli mi sembrava veramente una sciocchezza, sono insignificanti! Sono solo peli!

Il vero problema io penso siano gli sguardi delle persone, il body shaming continuo anche da parte di chi verbalmente non esprime il suo disgusto. Perché mi pare proprio una stronzata quella del “piaciti e vedrai che piacerai” quando in verità non ti piaci perché senti l’avversione degli altri verso il tuo culo troppo grasso o un viso non simmetrico. Ci vuole molto più impegno e forza di carattere per rompere i processi mentali che ci hanno inculcato in anni di prese per il culo a scuola se eri grassottella o se eri pelosa o se semplicemente eri targata come la brutta.

Prendiamo ad esempio le modelle plus size delle pubblicità pro accettazione del corpo. Sono perfette, sono delle belle clessidre con i fianchi larghi, il seno prosperoso e la pancia piatta. Vedete della cellulite su quelle modelle delle pubblicità che dicono accettati che sei bella come sei? Io no. Vedo più cellulite sulla mia pancia che sulla loro. Rispettano anche loro i “nostri” canoni di bellezza, quando il loro scopo è distruggerli.

Da architetto penso che i canoni di bellezza ci saranno sempre perché sono innati nel nostro senso estetico. Per spiegarmi troverete sempre più bella una forma simmetrica e bilanciata, è parte dei nostri processi mentali, rassicurano il nostro cervello. Ma cosa ne può una persona che ha un difetto fisico importante? Sarà sempre bollata come quella con il naso gigante? Il ragazzo con il culo grosso? Quella scheletrica? Come primo impatto si.

Perché quando conosciamo una persona la prima volta notiamo per forza quella sua caratteristica “strana” perché fuori dalla comfort zone che il nostro cervello cerca inconsciamente.

conchita_wurst

La cantante e drag queen Conchita Wurst ha fatto di questo concetto il suo marchio di fabbrica, sfruttando il contrasto fra pettinatura e trucco estremamente femminile e una folta barba maschile.

Cosa possiamo farci? Niente. Possiamo notare il naso troppo grosso e non fissarci su di esso. Ci avrà distratto un attimo, il nostro cervello lo elaborerà, ci segnalerà che è diverso dalla nostra idea mentale di naso ma poi, archiviata la segnalazione per noi sarà solo il naso di tizio o caio, per cui poi dovremmo passare oltre che dite? Una persona è molto di più di un naso mi sembra.
Lo stesso vale per un paio di gambe di donna pelose, il nostro cervello è abituato ad associare gambe col pelo = uomo, invece quando gambe con pelo = donna c’è un attimo di “error-error” da parte del cervello, sempre a causa del meccanismo descritto sopra, è diverso dalla nostra idea mentale di gambe di donna (per ora).
Ma in teoria ognuno dovrebbe essere libero di essere e apparire come gli pare, mi sembra, no? Quindi che me frega a me se questa non vuole depilarsi? Mi fa qualcosa di male? Direi proprio di NO.

Anzi, beata lei che non spende soldi dall’estetista.

 

Grazie mille a Simona per la bellissima immagine di copertina con Ariel pelosa. Potete trovare i suoi lavori su www.aelice.com

Se ti è piaciuto leggi anche:

L’illuminazione dello smalto rosso perfetto
[book review] Life and death: Twiligh reimagined di S. Meyer