Avevamo già parlato di Protagoniste Femminili e Femministe e di cosa hanno da insegnarci tutt’oggi. Sono però fermamente convinta che un libro, un buon libro, possa insegnare qualcosa di buono a prescindere dalla sua età. Amo moltissimo i classici (se cercate qualche suggerimento di lettura, provate a sbirciare qui) ma amo anche molto i romanzi moderni. Non tutti e ammetto di essere piuttosto severa. Se i personaggi non sono credibili o verosimili o la trama mal raccontata non riesco proprio a proseguire la lettura! Oggi ho pescato per voi tre protagoniste dai valori assolutamente femministi, di romanzi (più o meno tutti) moderni!

Katniss – Hunger Games

Faccio outing e lo ammetto. A me Katniss non piace molto, come personaggio in sè. La trovo un po’ troppo distaccata e freddina, decisamente il mio cuore palpita per Peeta e la sua spontaneità. Questo non significa che lei non abbia nulla da insegnarci! Katniss è forte, come solo chi deve prendersi la responsabilità di sè stesso a 12 anni può essere. Katniss è distaccata ma non emotivamente sterile, è solo palesemente terrorizzata dai legami, dalla paura della perdita che per lei è la naturale conseguenza del legarsi a qualcuno (e come darle torto, in un mondo così?). Ma la cosa più importante è che Katniss non si lascia travolgere dagli eventi. Non si fa corrompere, non diventa crudele solo perchè la situazione attorno a lei è straziante ed estrema (e cosa c’è di più estremo che essere cacciati in un’arena e dover uccidere uno dopo l’altro decine di ragazzi della tua età o anche più giovani?). Katniss rimane integra, promette a Prim, sua sorella, che farà di tutto per rimanere viva, ma non ci pensa due volte a stipulare un’alleanza temporanea con una sua – teoricamente – nemica, per salvaguardarla dagli altri giocatori nell’arena. È ancora lei a prendere in mano la situazione, a correre da Peeta e fare il possibile per salvarlo, nutrirlo, curarlo, seppure con il ruvido carattere che si ritrova. E anche se non capisce i suoi sentimenti, nè al momento si trova in condizione di ricambiarli, gli rimane un’alleata fedele sino alla fine e oltre.
Cosa ci insegna Katniss nei romanzi? Che si può anche scegliere di “non giocare alle regole del gioco” se queste sono troppo crudeli o non allineate con i nostri valori. Che anzi è giusto e doveroso farlo, per preservare noi stesse. Che anche se abbiamo molte paure e non comprendiamo tutto del comportamento altrui, possiamo fidarci del nostro istinto e di chi sembra essere sinceramente interessato al nostro benessere, e che si può rimanere distaccate senza diventare crudeli.

Voglio fare qualcosa, proprio qui, proprio adesso, per farli vergognare, per renderli responsabili, per mostrare a quelli di Capitol City che qualunque cosa facciano o ci costringano a fare, c’è una parte di ciascun tributo che non riusciranno a possedere.

Robin – Il Richiamo del Cuculo

Vi avevo già detto che la serie mi sta piacendo tantissimo, e purtroppo, ad oggi, non è ancora uscito il quarto libro (sob!) ma oggi voglio soffermarmi su Robin, la giovanissima assistente di Cormoran Strike. Robin è giovane e bella, sembra una ragazza tranquilla, la tipica giovane cresciuta in campagna, legata al fidanzatino del liceo. Ebbene, NO. Robin nel corso dei libri rivela i punti oscuri del suo passato, della violenza che ha sùbito e che ha stravolto completamente la sua vita, al punto da costringerla ad abbandonare gli studi e chiudersi nella sua stanza per degli anni. Insomma, tutto tranne che una Mary Sue. Robin è un personaggio, come si suol dire, a tutto tondo. Ha dei pregi, molti, ma anche dei difetti, e fortissime pulsioni che la spingono a sfidare continuamente le situazioni in cui si trova. Robin non si arrende, e quando realizza che la vita, per puro caso, l’ha portata molto vicina a dove sarebbe voluto arrivare quando ancora tutti i suoi desideri e il suo mondo erano intatti, non molla l’osso, è disposta a mettere in gioco tutto, compresa la relazione con lo storico fidanzato Mattew, che si soprende di trovare una tigre sotto la morbida pelliccia da agnellino che credeva di conoscere.
Caparbia in senso buono, cosa ci insegna Robin? Soprattutto, a non arrendersi mai, nemmeno di fronte alle tragedie che mettono KO corpo e anima. Che i pezzi si possono rimettere insieme e che quasi mai c’è una sola strada per raggiungere i nostri desideri, o che comunque è possibile arrivarci molto, molto, molto vicino. Che è giusto combattere per esprimersi e che chi davvero ci ama, ci supporta e ci sostiene, non si ostina a volerci come marionette che possono stare chiuse in una scatola, in ordine e pronte a scattare! Nessuno deve stare nella scatola!

Era successo di nuovo. Un uomo le era saltato addosso e le aveva strappato, oltre al senso di sicurezza, il suo status. Era stata socia in una agenzia investigativa…

La protagonista della serie tv basata sui romanzi. Secondo me è perfetta!

Se anche voi come me, state aspettando con ansia il telefilm, di cui si parla già da un po’ e i temi vi intrigano, potete provare a colmare l’attesa guardando Tredici oppure Jessica Jones!

Margaret – La sfida degli Alton

Okay, questo non è proprio modernissimo. Si tratta di un libro all’interno di una serie di romanzi di fantascienza degli anni ottanta. La serie in sè è particolare e tratta molti temi femministi, tra cui le società patriarcali e molto altro, ma questa è un’altra storia. Parliamo invece di Margaret. Margaret è una giovane donna cresciuta nella società multietnica dell’impero terrestre, ma in realtà è nata su Darkover, pianeta di cui sa poco e nulla. Quando vi atterra per una ricerca sponsorizzata dall’università per cui lavora, non riesce a passare inosservata: Margaret è infatti l’inconsapevole erede di una delle più importanti famiglie del pianeta, dotata di poteri psionici di cui non sapeva l’esistenza e di un grande patrimonio. La sua apparizione improvvisa rovina i piani degli zii, che vorrebbero farla sposare ad uno dei cugini per preservare l’eredità e mantenerla in famiglia. Margaret ovviamente, non essendo cresciuta sulla retrograda Darkover – che ha un sistema politico molto simile a quello medievale e, appunto, patriarcale non si sogna nemmeno di farsi appioppare il primo cugino che incontra, e neppure il secondo. Si innamora per la prima volta in vita sua e organizza un matrimonio assai precipitoso con “il parente scomodo”, quello che nessuno vorrebbe che lei sposasse, ma che disgraziatamente è l’unico che lei ama e che a sua volta la ricambia, contro tutto e contro tutti. Il tutto intrecciato alle trame politiche di un pianeta assai rigoroso e dalle tradizioni ferree.
Cosa ci insegna Margaret? Che nessuno può e deve permettersi di parlare al posto nostro, e tantomeno può decidere per noi il nostro destino, ma soprattutto che non è giusto lasciarsi incasellare dalla mentalità retrograda del mondo intorno a noi. La condizione della donna è ancora ben lontana dalla perfezione, ma è solo muovendosi per ottenere i diritti che ci spettano che abbiamo speranza che le cose cambino. E che “Si è sempre fatto così” non è sinonimo nè di verità assoluta, nè necessariamente di giustizia.

Uomini! Credono che tutte le donne non desiderino altro che sposarli e avere i loro bambini… come se quello fosse il nostro unico scopo nella vita!

Non c’entra nulla, ma vabbè, a me piaceva!

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