Per lunghissimo tempo ho pensato che felicità, successo, soddisfazione e serenità stessero ai quattro poli opposti di una mappa molto, molto grande che era la mia vita. Se anche tu ti senti così, forse possiamo fare un pezzetto di strada insieme. Vuoi dare il massimo nel tuo lavoro “vero” ma anche coltivare un side project personale? Se ti rilassi ti senti in colpa perché non stai lavorando e quando lavori sogni di rilassarti? Non sai mai quanto tempo dedicare a te stessa e quanto agli altri? Pensi che sotto sotto successo sia un sinonimo per dura fatica, sangue, sudore e lacrime e basta?
Se ho centrato almeno un po’ il segno con queste domande, vorrei che tu leggessi queste riflessioni, forse fanno al caso tuo.
Cosa significa self care
Partirei da questa parolina magica che esiste in inglese, self-care, e di cui non riesco a trovare una decente traduzione italiana. Alla lettera significa “prendersi cura di sè”, ma scommetto che se ti dicessi così tu penseresti a farti la tinta o le unghie. Chissà perché, la cura di sè, specie se parliamo al femminile, viene subito identificata con la cura del proprio corpo e del proprio aspetto fisico. Non che non siano importanti, ovviamente, ma non ti sembra un’impostazione un filo maschilista? Il concetto di self-care esprime la cura di sé in maniera molto più alta, che coinvolge tutta te stessa, il tuo fisico, certo, ma anche il tuo stato mentale e spirituale.
Prendersi cura di sé significa nutrire la propria vita, curare il proprio corpo e trovare un modo per abbandonare lo stress e le cose negative e lenire il dolore, per ritrovare la propria energia perduta.
È un concetto difficile da spiegare a parole che coinvolge tante azioni diverse che possiamo mettere in atto, ma tutte sotto sotto sono accumunate dalla volontà di fare qualcosa per stare bene. Su internet girano numerose liste di cose da fare per attuare il self-care e sono molto utili per prendere spunto. Io mi limito a qualche semplice idea.
Spunti di self care quotidiano
Per il tuo corpo, devi controllare il tuo stato di salute e non minimizzare i piccoli acciacchi o dolorini, sono tutti segnali che il nostro fisico usa per dirci che c’è qualcosa che non va. Anche se viviamo in una società dove si tende sempre a dire “che cosa vuoi che sia” e sembra che chi lavora a mille anche con la febbre sia un esempio da seguire, ricordati che sono errori che spesso si pagano sul lungo termine, con malattie non curate abbastanza in fretta o in generale con uno stato di non benessere che si ripercuote su tutta la vita. Quindi, fai un respiro e inizia uno screening mentale dall’alto verso il basso, dalla testa alla punta dei piedi, e segnati su un foglio tutte le zone che ti creano dei problemi (mal di testa? mal di schiena? influenza ricorrente? etc…) e vedi di capire la causa, cosa puoi fare per migliorare ed eventualmente prendi contatto col tuo medico.
Ma il corpo non è solo salute fisica: ti senti bene dentro di esso? Ti senti felice? Devi perdere peso? La tua pelle come sta? Segnati su un foglio separato tutte quelle piccole azioni che puoi fare per sentirti meglio: un bagno caldo con sali profumati e tutto quanto, uno scrub, un impacco ai capelli, una manicure e così via. Poi c’è l’alimentazione sana e il movimento, cose imprescindibili che devi mettere in atto ogni giorno. Pensa a come potresti migliorare questi aspetti.
C’è poi la tua vita sociale: è ricca? Ti soddisfa? Puoi contare sugli amici? Esci a fare cose interessanti? Se hai una relazione, come va? Fai il punto della situazione con sincerità. Chiama quel vecchio amico che non senti da un po’. Sfrutta la pausa caffè per conoscere davvero quella persone e non per limitarti alle solite lamentele da lunedì mattina. Rispolvera un abbonamento (al teatro, al cinema, al corso di yoga…) o fanne uno nuovo. Esci e scopri il mondo!
Infine c’è la vastissima aree della tua mente, un vero e proprio universo. Ti senti stimolata a lavoro? Sei produttiva? Stai facendo dei progressi? La tue energia mentale come sta? Ti ricarichi ogni tanto? Ti senti motivata? Ti prendi cura anche dell’aspetto spirituale della tua mente? Per consigli su come migliorare in questo campo, ti consiglio la mia guida a puntate Obbiettivi, non sogni!.
Lasciate guidare dalle domande, che a loro volta faranno nascere altre domande. Vai sempre fino in fondo e fidati del tuo istinto. Il quadro potrebbe essere desolante, questo è vero, ma è necessario conoscersi bene e a fondo per poter correre ai ripari. Come abbiamo visto, il mondo del self care è vastissimo, ma sai cosa? Sono le tue fondamenta. Se le fondamenta traballano o marciscono, anche la struttura sovrastante è soggetta a crolli. Come dicevo all’inizio, io per tantissimo tempo ho faticato con questo concetto. Non che fossi Miss Produttività al 100%, anzi! Solo che mi sentivo perennemente in colpa, per non aver lavorato di più, per non essere stata più efficiente. Questo ci porta ad un nuova domanda:
Lavorare di più è meglio?
Così, giusto per rovinare la suspence, ti dico subito che la risposta è no. Lavorare bene è la risposta, non lavorare di più. Dedicare il 100% del nostro tempo solo alla produttività è controproducente e rischia di esaurirti. Non ci credi? Allora perché non leggi questi articoli che lo spiegano: questo in italiano e questo in inglese.
Trovare un equilibrio
La produttività. Il self care. La vita sociale. Gli impegni. Abbiamo solo 24 ore al giorno e dobbiamo farci stare tutte queste cose. Sembra inevitabile sentirsi in colpa e tagliare sempre qualcosa. Io mi sono sentita così per gran parte della mia vita. Il punto è trovare un equilibrio.
Lavorare sotto stress e per gran parte del tempo va bene per brevi periodi. Se devi dare quel dannato esame, se hai una scadenza, una cosa da consegnare, ok. Vai pure. Fatti la tua moka da 25 persone, scolatela e stai alzata tutta la notte a lavorare. Sai che non ti stai facendo del bene, ma è per un periodo molto breve.
Se invece sei in una situazione normale, self care e produttività devono andare a braccetto. Metti pure in pratica tutti i consigli che di solito dò nella nostra sezione Produttività, ma ricordati che ti devi volere bene. Devi prenderti cura di te. Hai solo questa vita e questo corpo e se vuoi realizzare i grandiosi progetti che sono nella tua mente devi stare bene, avere abbastanza energia per portarli a termine. Gli inglesi usano un’altra espressione che io adoro “ you can’t pour from an empty cup”, che significa che se sei esaurita e completamente scarica non combinerai nulla di buono. Devi riempire quella maledetta tazza, punto!
Se invece sei in periodo stressante, hai avuto dei problemi etc… la tua routine quotidiana si deve sbilanciare a favore del self care. Hai bisogno di recuperare le forze e continuare a cercare di fare le cose anche se non te la senti ti porterà a due cose: fare le cose male, ma proprio male ed esaurirti ancora di più. È un concetto con cui io stessa faccio una fatica bestiale.
Ma alla fine cosa si vince?
C’è una vocina dentro la mia testa che a volte mi fa sentire come se non facessi abbastanza. Se faccio yoga invece che un allenamento super intenso, se leggo un libro di svago invece che uno impegnato e così via. Ma non così per davvero!
Se inizio la giornata lentamente, leggendo o facendo yoga, non significa che sono una persona peggiore o poco produttiva. Sto imparando a bilanciare i due aspetti e mi sento immensamente meglio: produttiva ma anche ricaricata e felice, è una sensazione strana che sinceramente non avevo mai provato.
Cerco di non forzare le cose. Se ti piace la crescita personale forse avrai già sentito il concetto di ora sacra: un’ora al mattino da dedicare esclusivamente a te e alle tue passioni. Bene, io che sono sempre in ritardo al mattino l’ho trovata molto affascinante e ho deciso di metterla in pratica. Un disastro TOTALE. Credo di averlo fatto per tipo due volte prima di decretare che non faceva per me. Perchè? Perché l’ho presa come l’ennesimo impegno invece che come una cosa piacevole! Invece ora mi sto dedicando sul messaggio dell’ora sacra: del tempo per me prima di iniziare la giornata. Non importa che sia un’ora. Non importa che sia tutti i giorni. L’importante è che sia qualcosa che mi aiuta a far iniziare la giornata nel modo giusto 🙂
Io spero di aver fatto scattare qualcosa dentro di te con questa breve riflessione. C’è qualcosa che vorresti fare ma che rimandi sempre perché pensi che sia vanesio, futile, che ti occupi troppo tempo? Anche se non riesci a fare quell’attività in maniera completa, hai un modo per integrarla nel quotidiano senza troppo sforzo?
Pensaci su e fammi sapere 🙂
Giulia
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Vivere l’assenza
Ricercatrice universitaria, quindi la sua vita è fatta di ansia, procrastinazione e studi di genere.
Ama: impegnarsi in qualcosa, la musica indie italiana, fingere di essere un gatto e il caramello salato.
Odia: le brioche con poco ripieno, il lunedì mattina e il piumone freddo d’inverno.